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Intervista ad Alberto Cattaneo, del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito allo scenario macroeconomico globale.
Se guardiamo a quello che è successo negli ultimi 12-14 mesi, possiamo vedere che i mercati hanno sposato in rapida successione una serie di temi diversi. Siamo partiti all’inizio dello scorso anno con il timore che l’economia americana, soprattutto, potesse attraversare una fase di eccesso di crescita, di surriscaldamento, che quindi questo potesse generare una pressione sull’inflazione e, tramite il comportamento della banca centrale sui tassi di interesse, questo tema ci ha accompagnato per una buona parte dello scorso anno; ha poi ceduto il passo molto rapidamente a un tema completamente diverso, quello del rischio di una recessione proprio negli Stati Uniti in seguito al rallentamento registrato dalle economie globali e a un eccesso di rialzo dei tassi da parte della banca centrale. Questo è stato l’evento che ha caratterizzato le perdite sui mercati finanziari per quanto riguarda i mesi di ottobre e soprattutto nel mese di dicembre. Successivamente, con l’inizio dell’anno, si è affacciato nell’orizzonte dei mercati finanziari un terzo tema, quello della situazione di assenza di eccessi, né di un’economia in surriscaldamento, come era supposto all’inizio del 2018, ma neanche del pericolo di una recessione, quindi uno scenario intermedio che dovrebbe far bene i mercati finanziari, ed in effetti i mesi di gennaio e di febbraio sono stati caratterizzati da una ripresa a V delle asset class di rischio, sia per quanto riguarda le borse, ma anche per quanto riguarda il mondo del reddito fisso a maggior rischio ed a minor reddito creditizio.
Questo perché i dati economici sono risultati abbastanza tiepidi anche negli Stati Uniti, mettendosi in fase con quella che è la situazione del ciclo economico internazionale. L’inflazione non è un problema in tutte le aree, e anche negli Stati Uniti, dove si temeva che la risalita dei salari potesse creare qualche problema dal lato inflazione, stiamo assistendo a delle letture dei prezzi molto contenute ed in linea con il target della banca centrale.
Con uno scenario di questo tipo, la Fed ha potuto mantenere un atteggiamento molto prudente e vigile sui tassi di interesse, quindi non procedere con i rialzi che ipotizzava un tempo il mercato, ma invece dare segnali di stabilizzazione per quanto riguarda la politica monetaria almeno nei prossimi mesi.
L’insieme di questi ingredienti, crescita presente, ma non eccessivamente debole, inflazione sotto controllo e un atteggiamento dovish, accomodante, delle banche centrali, ha permesso ai mercati finanziari di mettere a segno dei consistenti rialzi nel corso di quest’anno. Che cosa manca a nostro avviso per avere una sorta di bollino verde circa questo scenario correntemente ipotizzato dai mercati? Una certa visibilità dei profitti. Sono proprio la profittabilità aziendale, sia nel resto del mondo, ma anche negli Stati Uniti, l’elemento che presenta in questa fase la minore visibilità. Questo soprattutto dal lato macro. Se poi, però, andiamo a vedere dal lato micro, potremmo dire che certe aspettative di mercato di una crescita degli utili, sia per l’America che per il resto del mondo, intorno del 5 per cento, potrebbero anche trovare un certo fondamento, in quanto alcuni settori che lo scorso anno sono stati particolarmente penalizzati, quest’anno potrebbero invece aiutare a una crescita degli utili nei numeri a cui si faceva riferimento poc’anzi. Quindi uno scenario che per quanto riguarda la macroeconomia si mantiene tutto sommato non eccessivamente penalizzante per le attività di rischio, e così pure come per l’atteggiamento delle banche centrali. Occorrerà verificare nei prossimi mesi se le aspettative di mercato sugli utili, ancora improntate a un certo grado di positività, verranno confermate.
Comunicazione di marketing. Il presente video è destinato esclusivamente a scopi informativi/ di marketing non sostituendosi al prospetto informativo o ad altri documenti legali di prodotti finanziari ivi eventualmente richiamati. Nel caso, si prega di consultare il prospetto dell’OICVM/documento informativo e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento che può essere effettuata solo previa valutazione dell’adeguatezza del servizio o dello strumento finanziario rispetto al profilo individuato con il questionario MiFID. Solo la versione più recente del prospetto, dei regolamenti, del Documento chiave per gli investitori, delle relazioni annuali e semestrali del fondo può essere utilizzata come base per decisioni di investimento. Il presente video non costituisce né un’offerta né una sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di prodotti o strumenti finanziari o una sollecitazione all’effettuazione di investimenti. Ersel ha verificato con la massima attenzione tutte le informazioni rappresentate nel presente video e compiuto sforzi per garantire che il contenuto di questo video sia basato su informazioni e dati ottenuti da fonti affidabili, ma non garantisce della loro esattezza e completezza non assumendosi alcuna responsabilità. Ersel non si assume alcuna responsabilità circa le informazioni, le proiezioni o le opinioni contenute nel presente video e non risponde dell'uso che terzi potrebbero fare di tali informazioni, né di eventuali perdite o danni che possano verificarsi in seguito a tale uso. Il presente video può fare riferimento alla performance passata degli investimenti: i rendimenti passati non sono indicativi di quelli attuali o futuri. Le indicazioni e i dati relativi agli strumenti finanziari, forniti dalla Società, non costituiscono necessariamente un indicatore delle future prospettive dell’investimento o disinvestimento. È vietata la riproduzione e/o la distribuzione del presente video, non espressamente autorizzata.
Intervista ad Alberto Cattaneo, del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito allo scenario macroeconomico globale.
Se guardiamo a quello che è successo negli ultimi 12-14 mesi, possiamo vedere che i mercati hanno sposato in rapida successione una serie di temi diversi. Siamo partiti all’inizio dello scorso anno con il timore che l’economia americana, soprattutto, potesse attraversare una fase di eccesso di crescita, di surriscaldamento, che quindi questo potesse generare una pressione sull’inflazione e, tramite il comportamento della banca centrale sui tassi di interesse, questo tema ci ha accompagnato per una buona parte dello scorso anno; ha poi ceduto il passo molto rapidamente a un tema completamente diverso, quello del rischio di una recessione proprio negli Stati Uniti in seguito al rallentamento registrato dalle economie globali e a un eccesso di rialzo dei tassi da parte della banca centrale. Questo è stato l’evento che ha caratterizzato le perdite sui mercati finanziari per quanto riguarda i mesi di ottobre e soprattutto nel mese di dicembre. Successivamente, con l’inizio dell’anno, si è affacciato nell’orizzonte dei mercati finanziari un terzo tema, quello della situazione di assenza di eccessi, né di un’economia in surriscaldamento, come era supposto all’inizio del 2018, ma neanche del pericolo di una recessione, quindi uno scenario intermedio che dovrebbe far bene i mercati finanziari, ed in effetti i mesi di gennaio e di febbraio sono stati caratterizzati da una ripresa a V delle asset class di rischio, sia per quanto riguarda le borse, ma anche per quanto riguarda il mondo del reddito fisso a maggior rischio ed a minor reddito creditizio.
Questo perché i dati economici sono risultati abbastanza tiepidi anche negli Stati Uniti, mettendosi in fase con quella che è la situazione del ciclo economico internazionale. L’inflazione non è un problema in tutte le aree, e anche negli Stati Uniti, dove si temeva che la risalita dei salari potesse creare qualche problema dal lato inflazione, stiamo assistendo a delle letture dei prezzi molto contenute ed in linea con il target della banca centrale.
Con uno scenario di questo tipo, la Fed ha potuto mantenere un atteggiamento molto prudente e vigile sui tassi di interesse, quindi non procedere con i rialzi che ipotizzava un tempo il mercato, ma invece dare segnali di stabilizzazione per quanto riguarda la politica monetaria almeno nei prossimi mesi.
L’insieme di questi ingredienti, crescita presente, ma non eccessivamente debole, inflazione sotto controllo e un atteggiamento dovish, accomodante, delle banche centrali, ha permesso ai mercati finanziari di mettere a segno dei consistenti rialzi nel corso di quest’anno. Che cosa manca a nostro avviso per avere una sorta di bollino verde circa questo scenario correntemente ipotizzato dai mercati? Una certa visibilità dei profitti. Sono proprio la profittabilità aziendale, sia nel resto del mondo, ma anche negli Stati Uniti, l’elemento che presenta in questa fase la minore visibilità. Questo soprattutto dal lato macro. Se poi, però, andiamo a vedere dal lato micro, potremmo dire che certe aspettative di mercato di una crescita degli utili, sia per l’America che per il resto del mondo, intorno del 5 per cento, potrebbero anche trovare un certo fondamento, in quanto alcuni settori che lo scorso anno sono stati particolarmente penalizzati, quest’anno potrebbero invece aiutare a una crescita degli utili nei numeri a cui si faceva riferimento poc’anzi. Quindi uno scenario che per quanto riguarda la macroeconomia si mantiene tutto sommato non eccessivamente penalizzante per le attività di rischio, e così pure come per l’atteggiamento delle banche centrali. Occorrerà verificare nei prossimi mesi se le aspettative di mercato sugli utili, ancora improntate a un certo grado di positività, verranno confermate.
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