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Intervista ad Alberto Cattaneo, del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito allo scenario macroeconomico globale e i riflessi sui mercati finanziari.
Con il passare del tempo lo scenario di fondo con cui l’amministrazione Trump sta conducendo la guerra commerciale nei confronti della Cina si sta delineando. Gli Stati Uniti hanno individuato nella Cina un competitor a livello internazionale per quanto riguarda non solo le dinamiche commerciali in senso stretto, ma un competitor per quanto riguarda l’egemonia mondiale in termini di peso economico, di peso politico e di ideologia dominante a livello sistemico. Inquadrato in quest’ottica quindi, è uno scontro vero e proprio tra due superpotenze, potremmo dire quasi una nuova guerra fredda, in cui l’ambito commerciale è solo uno dei vari aspetti in cui si gioca questa scacchiera a più dimensioni.
Ecco perché il parere di parecchi opinionisti, ma anche di molti operatori di mercato, è che l’esito della trattativa commerciale non sarà probabilmente favorevole, ma è destinato a rimanere sul tappeto per parecchi mesi, se non addirittura anni, con dei danni di una certa entità per quanto riguarda sia il commercio internazionale che anche le conseguenze sulle economie in senso lato. A questo poi vanno aggiunte delle minacce fatte da Trump, in più occasioni, circa la possibilità di estendere le guerre commerciali all’Europa, al settore auto, e poi da ultimo una sorta di ritorsione in termini commerciali del mancato adempimento da parte del Messico di una sorta di filtro al confine per quanto riguarda l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti.
Ecco che quindi siamo di fronte a un quadro molto complicato e difficile da decifrare, che ha negli Stati Uniti, nell’amministrazione Trump, il suo epicentro e che riguarda una partita che viene giocata su più tavoli distinti. Proprio per questo motivo è difficile, in questo momento, fare delle previsioni su quelli che possono essere gli impatti sull’economia di tutti gli avvenimenti messi sul tappeto. In particolare non sono tanto gli impatti diretti di un aumento delle tariffe dei dazi doganali, quanto piuttosto gli impatti indiretti in termini di fiducia dei consumatori, degli imprenditori e degli operatori sui mercati finanziari, che si possono poi riversare nelle decisioni di spesa e/o di investimento, che possono quindi avere degli effetti di difficile quantificazione sui mercati finanziari. Quindi è uno scenario in cui la visibilità appare decisamente ridotta rispetto anche solo a pochi mesi fa, quando i mercati finanziari avevano iniziato l’anno con un tono decisamente positivo.
Quali sono, di fronte a uno scenario così complicato, gli elementi che possiamo trarre di conforto? Prima di tutto, lo abbiamo visto anche pochi giorni fa, l’atteggiamento della banca centrale americana. Abbiamo visto che la FED è pronta a intervenire qualora ci siano dei segnali dell’economia reale, concreti segnali, concreti elementi di cedimento, di affievolimento della crescita. In più riprese i governatori della FED, e da ultimo anche il governatore, il capo della banca centrale americana, si sono detti pronti a intervenire qualora questi segnali dovessero manifestarsi. Inoltre, oltre al cambio di “stance” della politica monetaria americana, che quindi da potenziale nemico dei mercati può essere un suo alleato per quanto riguarda una maggiore liquidità immessa nel sistema, abbiamo il contributo che possono dare le autorità cinesi sia dal lato della politica fiscale che dal lato della politica monetaria. Il primo sforzo lo abbiamo già visto alla fine dell’anno scorso, che incomincia, seppur in maniera molto tenue, a dare i suoi primi effetti sull’economia reale.
C’è la possibilità che di fronte a ulteriori inasprimenti della situazione delle trade war con gli Stati Uniti, le autorità cinesi decidano di raddoppiare gli sforzi finora fatti, e quindi di tentare di sostenere ulteriormente l’economia sia attraverso la leva fiscale che quella monetaria, per far fronte alla mancata crescita economica derivata da dazi maggiori. Questi sono i due principali sostegni che possono essere forniti dai policy maker a livello globale nei confronti di uno scenario che nell’ultima parte di quest’anno ha dato via via segnali di deterioramento per quanto riguarda la fiducia degli operatori e quindi la dinamica dei mercati finanziari.
Comunicazione di marketing. Il presente video è destinato esclusivamente a scopi informativi/ di marketing non sostituendosi al prospetto informativo o ad altri documenti legali di prodotti finanziari ivi eventualmente richiamati. Nel caso, si prega di consultare il prospetto dell’OICVM/documento informativo e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento che può essere effettuata solo previa valutazione dell’adeguatezza del servizio o dello strumento finanziario rispetto al profilo individuato con il questionario MiFID. Solo la versione più recente del prospetto, dei regolamenti, del Documento chiave per gli investitori, delle relazioni annuali e semestrali del fondo può essere utilizzata come base per decisioni di investimento. Il presente video non costituisce né un’offerta né una sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di prodotti o strumenti finanziari o una sollecitazione all’effettuazione di investimenti. Ersel ha verificato con la massima attenzione tutte le informazioni rappresentate nel presente video e compiuto sforzi per garantire che il contenuto di questo video sia basato su informazioni e dati ottenuti da fonti affidabili, ma non garantisce della loro esattezza e completezza non assumendosi alcuna responsabilità. Ersel non si assume alcuna responsabilità circa le informazioni, le proiezioni o le opinioni contenute nel presente video e non risponde dell'uso che terzi potrebbero fare di tali informazioni, né di eventuali perdite o danni che possano verificarsi in seguito a tale uso. Il presente video può fare riferimento alla performance passata degli investimenti: i rendimenti passati non sono indicativi di quelli attuali o futuri. Le indicazioni e i dati relativi agli strumenti finanziari, forniti dalla Società, non costituiscono necessariamente un indicatore delle future prospettive dell’investimento o disinvestimento. È vietata la riproduzione e/o la distribuzione del presente video, non espressamente autorizzata.
Intervista ad Alberto Cattaneo, del team delle gestioni patrimoniali Ersel, in merito allo scenario macroeconomico globale e i riflessi sui mercati finanziari.
Con il passare del tempo lo scenario di fondo con cui l’amministrazione Trump sta conducendo la guerra commerciale nei confronti della Cina si sta delineando. Gli Stati Uniti hanno individuato nella Cina un competitor a livello internazionale per quanto riguarda non solo le dinamiche commerciali in senso stretto, ma un competitor per quanto riguarda l’egemonia mondiale in termini di peso economico, di peso politico e di ideologia dominante a livello sistemico. Inquadrato in quest’ottica quindi, è uno scontro vero e proprio tra due superpotenze, potremmo dire quasi una nuova guerra fredda, in cui l’ambito commerciale è solo uno dei vari aspetti in cui si gioca questa scacchiera a più dimensioni.
Ecco perché il parere di parecchi opinionisti, ma anche di molti operatori di mercato, è che l’esito della trattativa commerciale non sarà probabilmente favorevole, ma è destinato a rimanere sul tappeto per parecchi mesi, se non addirittura anni, con dei danni di una certa entità per quanto riguarda sia il commercio internazionale che anche le conseguenze sulle economie in senso lato. A questo poi vanno aggiunte delle minacce fatte da Trump, in più occasioni, circa la possibilità di estendere le guerre commerciali all’Europa, al settore auto, e poi da ultimo una sorta di ritorsione in termini commerciali del mancato adempimento da parte del Messico di una sorta di filtro al confine per quanto riguarda l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti.
Ecco che quindi siamo di fronte a un quadro molto complicato e difficile da decifrare, che ha negli Stati Uniti, nell’amministrazione Trump, il suo epicentro e che riguarda una partita che viene giocata su più tavoli distinti. Proprio per questo motivo è difficile, in questo momento, fare delle previsioni su quelli che possono essere gli impatti sull’economia di tutti gli avvenimenti messi sul tappeto. In particolare non sono tanto gli impatti diretti di un aumento delle tariffe dei dazi doganali, quanto piuttosto gli impatti indiretti in termini di fiducia dei consumatori, degli imprenditori e degli operatori sui mercati finanziari, che si possono poi riversare nelle decisioni di spesa e/o di investimento, che possono quindi avere degli effetti di difficile quantificazione sui mercati finanziari. Quindi è uno scenario in cui la visibilità appare decisamente ridotta rispetto anche solo a pochi mesi fa, quando i mercati finanziari avevano iniziato l’anno con un tono decisamente positivo.
Quali sono, di fronte a uno scenario così complicato, gli elementi che possiamo trarre di conforto? Prima di tutto, lo abbiamo visto anche pochi giorni fa, l’atteggiamento della banca centrale americana. Abbiamo visto che la FED è pronta a intervenire qualora ci siano dei segnali dell’economia reale, concreti segnali, concreti elementi di cedimento, di affievolimento della crescita. In più riprese i governatori della FED, e da ultimo anche il governatore, il capo della banca centrale americana, si sono detti pronti a intervenire qualora questi segnali dovessero manifestarsi. Inoltre, oltre al cambio di “stance” della politica monetaria americana, che quindi da potenziale nemico dei mercati può essere un suo alleato per quanto riguarda una maggiore liquidità immessa nel sistema, abbiamo il contributo che possono dare le autorità cinesi sia dal lato della politica fiscale che dal lato della politica monetaria. Il primo sforzo lo abbiamo già visto alla fine dell’anno scorso, che incomincia, seppur in maniera molto tenue, a dare i suoi primi effetti sull’economia reale.
C’è la possibilità che di fronte a ulteriori inasprimenti della situazione delle trade war con gli Stati Uniti, le autorità cinesi decidano di raddoppiare gli sforzi finora fatti, e quindi di tentare di sostenere ulteriormente l’economia sia attraverso la leva fiscale che quella monetaria, per far fronte alla mancata crescita economica derivata da dazi maggiori. Questi sono i due principali sostegni che possono essere forniti dai policy maker a livello globale nei confronti di uno scenario che nell’ultima parte di quest’anno ha dato via via segnali di deterioramento per quanto riguarda la fiducia degli operatori e quindi la dinamica dei mercati finanziari.
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