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Lo sguardo degli operatori è nuovamente rivolto all’Asia. A poco più di quattro mesi dalla firma della fase uno dei trattati commerciali riemergono di nuovo le scaramucce tra Usa e Cina. Questa volta l’epicentro della disputa è Hong Kong, la nuova Berlino di quella che potrebbe diventare la cartina geografica della Guerra Fredda del nuovo Millennio.
Finora i mercati finanziari, ancora alle prese con le conseguenze del Coronavirus, hanno provato a ignorare la stretta cinese sull’ex colonia britannica. Altrettanto inosservate sono passate le reazioni americane e britanniche alle minacce cinesi, così come il rimpallo sulle responsabilità per la pandemia tra Usa e Cina.
Il quadro però rimane teso e un nuovo divampare dell’escalation nelle relazioni tra le due più grandi economie al mondo potrebbe minare definitivamente il cammino, già molto delicato, della ripartenza economica post-Covid.
Dal fronte dell’emergenza sanitaria, intanto, arrivano indicazioni di un graduale miglioramento nel numero dei contagi, in particolare in Italia e in Europa. La prudenza tuttavia rimane in primo piano e il timore è che in autunno possa arrivare una seconda ondata di infezioni, con nuovi pesanti blocchi e con altri impatti significativi su domanda e offerta.
Bilanci degli istituti ricchi di capitale in eccesso. E chi non lancia Opa punta così sulla crescita dei titoli. Pieno di utili per le banche, portafogli gonfi agli azionisti. Carlo De Vanna, Senior Fund Manager di Ersel Asset Management, ne parla a La Stampa.
Da mesi il consolidamento bancario scuote la borsa. Quale impatto avrà il blitz di Mps sui titoli protagonisti della rivoluzione in atto nel credito italiano? Ecco le oppportunità di crescita secondo gli analisti. Carlo De Vanna, Senior Fund Manager di Ersel Asset Management, ne parla a Milano Finanza.
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