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Per qualche tempo relegato in secondo piano, il conflitto tra Stati Uniti e Cina rischia di irrompere nuovamente con forza sulla scena. A rimetterci sarebbe l’Europa, di nuovo vaso di coccio in mezzo a due giganti dell’economia. La lite, questa volta, è stata innescata dall’applicazione TikTok, che fa capo alla società cinese ByteDance.
Molto popolare tra i più giovani, in pochi anni è diventata un colosso dei social network. Scaricando l’app, gli utenti possono creare brevi clip musicali e video di durata variabile tra i 15 e i 60 secondi. Il successo di TikTok è certamente legato al nuovo format ma a spingere sulla crescita boom è anche l’algoritmo all’avanguardia che è il cuore della piattaforma.
Si tratta di una tecnologia in cui la Cina ha mostrato di saper primeggiare, come già successo nelle telecomunicazioni con Huawei. I passi avanti fatti dal gigante asiatico minacciano direttamente gli Stati Uniti.
L’amministrazione Trump teme che l’app possa inviare in Cina i dati sulle centinaia di milioni di utenti statunitensi, agendo così come un «cavallo di Troia» per conto di Pechino. Per questo il Presidente Usa sta tentando di costringere i cinesi a cedere il controllo proprietario di TikTok ad aziende americane.
In alternativa, l’app cinese verrebbe bandita dagli Usa. Pechino ha subito risposto con nuove restrizioni ai prodotti software Usa. Il rischio di un’escalation su questo fronte è sempre dietro l’angolo. Trump ha dichiarato di temere per la sicurezza americana, in realtà dietro a queste tensioni c’è la volontà di controllare le nuove tecnologie (e la raccolta dati), sulle quali il mondo verrà plasmato per molto tempo a venire. La supremazia in quest’ambito sarà centrale e permetterà agli Usa di non perdere terreno sul piano internazionale. La minaccia cinese è sempre più incalzante e il caso TikTok è solo un primo assaggio del nuovo conflitto tra i due rivali.
Per i mercati, già alle prese con un ritorno dei lockdown e con i timori di contagi in salita oltre che con il caos Brexit, il riaccendersi delle tensioni tra Usa e Cina è un elemento di incertezza ulteriore. Il quadro suggerisce prudenza. Non mancano tuttavia segnali incoraggianti. A fornirli è il mondo dell’economia reale. Guardando all’Europa, qui l’Istituto tedesco Ifo ha riportato evidenze di una «ripresa migliore del previsto» in Germania e di un calo del Pil nel 2020 «più lieve» delle attese per la Locomotiva che traina tutta l’area.
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