Passa a
In questa fase i driver della crescita americana, che rimane sempre modesta, sono essenzialmente di natura interna, e riconducibili alla ripresa del mercato immobiliare e alla tenuta dei consumi.
Stati Uniti
Riguardo al primo punto in settimana abbiamo avuto conferme dai dati sulle costruzioni e sulla fiducia del settore immobiliare, che evidenziano il perdurare di una fase di forte recupero nell’attività edilizia nazionale a cui contribuisce un incremento della domanda per nuove abitazioni che sta facendo aumentare gli ordini inevasi (si veda il grafico sopra riportato). Anche le vendite al dettaglio, componente dei consumi delle famiglie, hanno terminato l’anno con una modesta accelerazione. Di conseguenza le aspettative sui consumi per Q4 sono per una variazione di poco superiore al 2% annualizzato, in accelerazione rispetto al 1,6% di Q3. Sulla base di tale ipotesi per i consumi la variazione del PIL dovrebbe essere nell’intorno del 1,5% annualizzato. Tale dinamica in parte è risultata superiore alle nostre aspettative che ipotizzavano un rallentamento precauzionale della spesa dovuto alle incertezze generate dal dibattito di dicembre sul fiscal cliff. Tuttavia non riteniamo che si debba modificare l’ipotesi di lavoro di un rallentamento dei consumi in Q1 per via del fatto che l’aumento delle tasse è cosa certa (dopo l’accordo del 31 dicembre) e quindi è un dato di fatto che il reddito disponibile nel primo trimestre sarà minore a causa dell’aumento della tasse. Il calo della fiducia dei consumatori reso noto venerdì 18 appare in linea con tale aspettativa. Infine i dati sull’inflazione ci mostrano una dinamica di quest’ultima assolutamente sotto controllo, il che lascia libera la FED di concentrarsi sul tema dell’occupazione senza che l’inflazione costituisca un vincolo alla propria azione.
Area Euro
Con la divulgazione dei dati sulla produzione industriale per dicembre il riorno alla contrazione del PIL area euro per il Q4 appare oramai una certezza. Il calo dovrebbe essere dell’ordine del - 0.4% rispetto al trimestre precedente, in linea con quanto sembra aver messo a segno la Germania (- 0.5%). Dello stesso tono i dati sul manifatturiero italiano che segnalano un intensificarsi della recessione negli ultimi tre mesi dell’anno. Tuttavia è bene tenere presente che non è dall’economia reale che ci attendiamo parta le ripresa sia in Italia che per l’aggregato. L’attuale crisi è nata delle tensioni sui mercati finanziari, tensioni che poi attraverso vari canali (fiducia, credito, attivi finanziari) si sono trasmesse all’economia reale. Ciò che stiamo osservando in questi mesi è un graduale e non completo ritorno alla normalità sui mercati finanziari, a cui dovrebbe fare seguito una ripresa modesta nelle variabili di ciclo. La dinamica degli indicatori anticipatori, in graduale ripresa negli ultimi mesi, è in accordo con le nostre aspettative su come dovrebbe articolarsi la ripresa nell’aere euro.
Questa schermata consente al tuo monitor di consumare meno energia quando il computer resta inattivo.
Clicca in qualsiasi parte dello schermo per riprendere la navigazione.