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L’aumento delle tasse sul reddito deciso con l’accordo del 31 dicembre si sta manifestando in una moderazione dei consumi delle famiglie. Infatti, come mostra il grafico sopra riportato, dopo due solidi dati a novembre e dicembre, gennaio ha fatto registrare una decisa moderazione nella lettura delle vendite al dettaglio.
Stati Uniti
Questo conferma l’aspettativa di una stagnazione dei consumi in Q1 che dovrebbe pesare sulla dinamica dell’intero PIL data la rilevanza di questa componente. Vi è tuttavia la concreta possibilità che Democratici e Repubblicani non si accordino su come evitare i tagli di spesa automatici, per un ammontare di 84 mld di dollari, che dovrebbero entrare in vigore dal primo marzo. Se così fosse l’economia USA dovrebbe affrontare un’ulteriore forza recessiva tale da portare, nelle previsioni del CBO, l’organismo indipendente del Congresso, ad una variazione del PIL Q4‘13 su Q4’12 del +1,4%, che corrisponderebbe ad un dato medio annuo poco al di sotto di tale valore. Pur non essendo possibile escludere definitivamente un accordo dell’ultimo momento, l’atteggiamento ostile tra le due parti sembra rendere più probabile l’entrata in vigore del cosiddetto “sequester” con le conseguenze sopra citate. Se così sarà le aspettative più ottimistiche che ipotizzavano una crescita per il 2013 superiore al 2% molto probabilmente verranno riviste al ribasso.
Area Euro
I dati sul PIL europeo del quarto trimestre hanno deluso le aspettative. Il fenomeno è risultato generalizzato in quanto tutti i principali paesi, Germania, Francia e Italia hanno fatto registrare contrazioni del PIL oltre quanto ipotizzato dagli economisti. Come mostra il grafico sotto riportato la contrazione del PIL è risultata poco al di sotto di quanto suggerito dalla relazione con gli indici PMI. Questi ultimi segnalano una significativa attenuazione della recessione per il trimestre in corso, portandoci a riconfermare l’aspettativa che la recessione in Europa possa cessare con la primavera. Per quanto riguarda l’Italia, la variazione del PIL è stata particolarmente accentuata (-0.9% trimestrale). Pur non essendo disponibili i dati disaggregati le statistiche mensili anticipano una probabile contrazione delle principali componenti della domanda interna, consumi ed investimenti, mentre le esportazioni dovrebbero aver fatto registrare un modesto progresso. La situazione in Italia risulta ancora di estrema difficoltà come mostrano i dati sul PIL. Tuttavia anche per il nostro paese gli indici PMI segnalano un ritorno della fiducia tra i nostri imprenditori. Come mostra il grafico sopra riportato la tendenza è favorevole, ma i livelli di fiducia sono ancora decisamente contenuti. Pertanto l’aspettativa sull’Italia e che la recessione possa durare un trimestre in più rispetto alla media europea, e che quindi solo nella seconda metà dell’anno potremmo assistere ad una stabilizzazione dell’attività economica.
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