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Azioni e bond cinesi. Subordinati bancari. Strategie alternative. È la ricetta di Andrea Rotti, AD di Ersel, per superare la seconda ondata di contagi. "Gli high net worth" dice a WeWealth "devono sposare l'approccio degli istituzionali e dare più fiducia ai private market".
La seconda ondata è più insidiosa di quanto molti analisti avessero immaginato. Ci aspettano mesi carichi di inquietudine. Per la salute delle nostre famiglie e la sopravvivenza di molte attività. "I numeri del quarto trimestre saranno più deboli del previsto. Ma non si può paragonare lo scenario attuale a quello di marzo. E i mercati lo sanno", osserva Andrea Rotti, ad di Ersel, una lunga carriera nell'industria dell'asset management, che l'ha portato alla guida della boutique di wealth management nata nel 1936 dalla famiglia Giubergia, rafforzatasi nel 2018 con l'acquisizione della quota di maggioranza di Banca Albertini Syz. Da una parte, argomenta Rotti, la ricerca sul vaccino si trova anno stadio più avanzato. Dall'altro, esistono delle terapie più efficaci.
"Ed è vero che dovremo fare i conti con nuovi lockdown, più o meno parziali. Ma l'uscita dalla crisi sarà robusta, veloce. Le attese di consenso sono per una ripresa del Pil pari al 5 % nel 2021. Si tratta di tenere duro per i prossimi due trimestri". Non è un orizzonte breve. Anche per chi guarda all'evoluzione della crisi dal punto di vista dei mercati finanziari ed è preoccupato dalla persistenza dello stato d'incertezza. "Che, però - ricorda l'ad - va inquadrato nel contesto di una politica economica senza precedenti: a livello aggregato, i governi dei maggiori paesi hanno messo in campo misure fiscali pari a 9 punti percentuali di Pil, su scala globale. liespansione monetaria continua a fornire una cornice favorevole, anche in Europa, dove Christine Lagarde, come annunciato nella precedente riunione del Consiglio direttivo della Bce, sta preparando il terreno a nuovi stimoli". Prima però occorre sciogliere il nodo delle elezioni americane. Alla vigilia dell'election day (mentre questo magazine va in stampa ndr), Joe Biden appare in netto vantaggio nelle proiezioni e il pericolo più temuto dagli investitori è quello di una crisi costituzionale, innescata da un voto contestato.
Uno scenario da brivido, che, tuttavia, non rappresenta l'ipotesi centrale su cui ragionano gestori e analisti. "Se fosse confermata la blue wave (l'onda blu, il colore del partito democratico ndr), cioè una vittoria chiara e netta dello sfidante Biden, i mercati potrebbero apprezzare. È vero che il suo piano redistributivo passa per un aumento della tassazione a carico di imprese e redditi elevati. Ma nel complesso, la stabilità, il vigoroso piano d'investimenti a base di infrastrutture e green economy e l'approccio meno ruvido nella dialettica con la Cina, pur entro il perimetro di un confronto che resterà teso, saranno ben accolti dal mercato". Una Cina, che, a proposito, "patisce meno il virus ed è protesa verso il futuro, con uno sforzo di pianificazione capace di attrarre capitali", precisa Rotti. Come si traduce tutto ciò in scelte di portafoglio? "Le valutazioni sono alte storicamente, ma rispecchiano la dinamica dei tassi reali, che sono negativi.
Per gli hnwi rinunciare a una componente azionaria nei portafogli è molto difficile, in questo contesto". Conviene ragionare, allora, in ottica di preferenze geografiche e settoriali. "Vale la pena dare più spazio all'equity di Cina, Hong Kong e Taiwan". L'Europa appare più vulnerabile. Non solo perché è più lenta nel reagire alla crisi, come dimostra la faticosa messa a terra del Recovery fund. Ma anche perché, a livello settoriale, è sovraccarica di banche e utility. La tecnologia di frontiera, uscita rafforzata dallo scoppio della crisi sanitaria, è poco rappresentata negli indici del Vecchio continente. "Il tech, al contrario, rimane uno straordinario bacino di opportunità. Occorre però essere selettivi", avverte Rotti, "perché le valutazioni hanno raggiunto livelli da monitorare.
Stiamo per lanciare un programma con competenze miste, tecnico-scientifiche e finanziarie, per identificare i temi d'investimento più attraenti del prossimo futuro". Nel reddito fisso prevalgono le note dolenti. Si può valutare un'incursione nelle obbligazioni cinesi in divisa locale, dove, ricorda l'ad, su emissioni governative, si ottiene un rendimento a scadenza del 3,5 %, a fronte di un rating A+ e di una traiettoria di crescita che supporta lo yuan, almeno nel medio e lungo termine. Rimane valore anche tra i subordinati bancari del Vecchio continente. Oltre queste aree, si faticano a trovare ritorni gratificanti. Piuttosto conviene aprire il portafoglio alle strategie alternative liquide. "Noi siamo forti sull'event driven: in un mondo caratterizzato da eccesso di liquidità e pressioni al consolidamento, avere un focus sulle operazioni straordinarie ha senza dubbio senso", annota Rotti. Senza dimenticare i private market. "I portafogli degli high net worth dovrebbero convergere verso un approccio da investitore istituzionale: la componete illiquida meriterebbe uno peso fino al 10 % degli asset finanziari. In questo momento, stiamo lavorando insieme ad un operatore specializzato a nuovo programma che investe sulle infrastrutture. Lo lanceremo tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo". Il wealth management, però, nella visione di Rotti e della sua Ersel, non può limitarsi alla gestione di portafoglio, benché sofisticata. "E ottimizzazione del patrimonio a livello aggregato, l'utilizzo corretto delle polizze assicurative, la pianificazione del passaggio generazionale, l'intestazione fiduciaria, i trust, sono tasselli che fanno la differenza quando si ha che fare con patrimoni complessi". C'è anche un tema di dimensioni.
"Essere una botique significa poter interpretare il servizio con una logica di vicinanza che non trova facilmente termini di paragone nelle grandi reti. Durante le fasi più concitate della crisi, ha rappresentato un vantaggio competitivo non trascurabile. Al tempo stesso abbiamo una massa critica che ci consente di portare avanti gli investimenti nella tecnologia e di sviluppare l'organizzazione dei processi in modo efficace. Di lavorare su strategie di crescita ambiziose e a lungo termine". Ben oltre gli orizzonti della pandemia.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
Diversificazione internazionale ed esigenze del cliente al centro della strategia della storica banca private torinese. Questo il modello consulenziale raccontato da Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel, a Wall Street Italia.
La scelta tra titoli denominati in valuta forte e in valuta locale rappresenta una decisione strategica importante se si vuole investire con successo in questi mercati. Parla Federica De Giorgis, Senior Financial Advisor Fixed Income di Ersel, a Funds People per il numero di settembre.
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