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Il nostro scenario base è quello di un moderato ciclo di rialzo dei tassi da parte della FED (di entità minore di quanto desunto dalle minute della banca centrale, ma maggiore dell’aspettativa corrente di mercato) dato che il contesto di crescita e inflazione non dovrebbe essere tale da indurre ad azioni restrittive più marcate.

Quadro Macro

Stati Uniti

In questo scenario ci sembra verosimile una correzione di qualche eccesso sui multipli derivante dai passati QE, più improbabile che l’azione della banca centrale sia essa stessa causa del rallentamento dell’economia e tanto meno di un ritorno alla recessione. Il brusco calo degli utili per azione aggregati in molti mercati (US in particolare) dovuto al venir meno dei profitti delle società petrolifere ha ridotto la visibilità dell’analisi top down su questa grandezza per il 2015 e probabilmente anche per il 2016. Il contesto americano ex-oil appare giunto ad una fase matura, ma non vi sono segnali di una imminente inversione di tendenza. Il nostro scenario base è quello di un moderato ciclo di rialzo dei tassi da parte della FED (di entità minore di quanto desunto dalle minute della banca centrale, ma maggiore dell’aspettativa corrente di mercato) dato che il contesto di crescita e inflazione non dovrebbe essere tale da indurre ad azioni restrittive più marcate. In questo scenario ci sembra verosimile una correzione di qualche eccesso sui multipli derivante dai passati QE, più improbabile che l’azione della banca centrale sia essa stessa causa del rallentamento dell’economia e tanto meno di un ritorno alla recessione. Il brusco calo degli utili per azione aggregati in molti mercati (US in particolare) dovuto al venir meno dei profitti delle società petrolifere ha ridotto la visibilità dell’analisi top down su questa grandezza per il 2015 e probabilmente anche per il 2016. Il contesto americano ex-oil appare giunto ad una fase matura, ma non vi sono segnali di una imminente inversione di tendenza.

Area Euro

Il calo del prezzo del petrolio osservatosi in questi due anni è di entità tale da doversi ricondurre a mutamenti profondi nei fondamentali. Si tratta però di un vuoto di domanda dovuto a uno scenario recessivo su scala mondiale o di incremento dal lato dell’offerta? Entrambi i fenomeni sembrano all’opera però, pur tenendo in debito conto del profondo rallentamento del consumatore più importante, la Cina, una pluralità di analisi, da ultimo quella della BCE nel bollettino di dicembre, attribuiscono al lato dell’offerta la proporzione maggiore dell’aggiustamento. Uno dei timori del mercato è che il calo del prezzo del petrolio abbia sulle economie sviluppate effetti negativi maggiori di quelli positivi. L’attenzione è infatti concentrata sul calo degli utili delle società petrolifere che hanno affossato i margini di mercati molto esposti come quello USA o UK o depresso gli investimenti come è accaduto per lo “shale” statunitense. Tali effetti sono reali ed innegabili, occorre però ricordare che i consumi in USA, e in modo ancor più visibile nell’eurozona, stanno ricevendo un grosso sostegno dalla minor bolletta energetica, contribuendo a isolare queste economie dalla fase di rallentamento degli emergenti.


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