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Per il Vecchio Continente si avvicina il momento delle decisioni. Dopo mesi di discussioni e incagli, a metà luglio (17 e 18) si terrà a Bruxelles il summit dei leader Ue. L’atteso appuntamento dovrebbe rendere più concreto il Recovery Fund, il fondo per la ripresa da 750-500 miliardi di euro voluto da Germania e Francia con l’obiettivo di risollevare le sorti dell’economia europea alle prese con l’emergenza Covid.
Il cammino è ancora lungo e tortuoso con i Paesi così detti “frugali” (Olanda, Svezia, Danimarca, Finlandia e Austria) che ostacolano il percorso. I sostegni però non mancano.
«È la nostra priorità assoluta, senza questo fondo l’Europa non sarebbe all’altezza della sfida» ha sottolineato il Presidente francese Emmanuel Macron nei giorni scorsi dopo aver incontrato Angela Merkel. La cancelliera tedesca già da tempo cerca di vincere le opposizioni dei frugali e porrà il tema dei fondi al centro del semestre europeo che ha appena avviato. Gli occhi degli investitori sono quindi puntati su metà luglio. Il nuovo piano è sicuramente un’occasione imperdibile per l’Europa, e in particolare per l’Italia che ne sarà il più grande beneficiario. Le speranze sono grandi. Morgan Stanley, in un recente report, ha definito il Recovery Fund l’equivalente fiscale del famoso discorso di Mario Draghi «whatever it takes» del luglio 2012. In pratica, il nuovo fondo aiuterebbe a spazzare via la forte crisi, rafforzando la ripresa economica. Non solo. Contribuirebbe anche a ristabilire la fiducia degli operatori sull’area euro, da anni alle prese con il rischio di disgregazioni.
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