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Anche questa settimana i dati economici americani sono risultati nel complesso al di sotto delle attese, anche se l’entità delle delusione in molti casi non è stata particolarmente elevata.
Il deterioramento dei dati macro osservatosi nell’ultimo mese non si è al momento concretizzato in revisioni al ribasso delle aspettative di crescita da parte del consenso né da parte della FED. Anche gli esponenti più inclini ad avviare un nuovo round di stimolo quantitativo, come il Governatore Yellen, hanno argomentato sulla necessità di difendere l’economia USA da possibili shock negativi piuttosto che sul deterioramento congiunturale in atto quale elemento determinante per il rinnovo dello stimolo quantitativo. Rimane la convinzione in molti analisti e operatori che saranno i dati di prossima pubblicazione a determinare l’esito dell’attuale dibattito all’interno del FOMC.
In Europa non vi sono stati spunti di particolare rilievo per quanto riguarda i dati macro, mentre è proseguito il dibattito a livello politico per provare a dare una risposta definitiva ai vari “corni” del problema del debito nell’area euro, quali l’unione bancaria, le misure per la crescita, gli eurobond (o similari) e più in generale il tema di quale progetto per l’Europa del futuro si vuole realizzare in modo tale da accomunare le esigenze degli attuali stati membri. Il tutto avviene mentre non è ancora all’orizzonte la soluzione al dilemma greco circa la possibilità che il paese ellenico possa rimanere nell’euro. Nel frattempo il rischio che la profezia si auto avveri aumenta di giorno in giorno, con il procedere della corsa agli sportelli dei cittadini greci, che ritirano mese dopo mese significative entità di denaro dalle banche del paese (si veda il grafico sopra riportato) rendendo la Grecia oramai completamente dipendente dal finanziamento fornito dai partner europei per la gestione delle operazioni correnti (si veda grafico sotto riportato).
Bilanci degli istituti ricchi di capitale in eccesso. E chi non lancia Opa punta così sulla crescita dei titoli. Pieno di utili per le banche, portafogli gonfi agli azionisti. Carlo De Vanna, Senior Fund Manager di Ersel Asset Management, ne parla a La Stampa.
Il Federal Open Market Committee ha deciso di mantenere i tassi invariati. Questa scelta segna una pausa nel ciclo di abbassamento iniziato a settembre 2024 con tre riduzioni consecutive. Carlo Bodo, Responsabile del team obbligazionario di Ersel AM ne parla a AdvisorOnline.
Da mesi il consolidamento bancario scuote la borsa. Quale impatto avrà il blitz di Mps sui titoli protagonisti della rivoluzione in atto nel credito italiano? Ecco le oppportunità di crescita secondo gli analisti. Carlo De Vanna, Senior Fund Manager di Ersel Asset Management, ne parla a Milano Finanza.
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