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Le ultime settimane sono state caratterizzate da un ritorno della volatilità sui mercati finanziari in buona parte riconducibile al riaffiorare dei problemi relativi ai debiti europei, ma anche a seguito di alcuni dati macroeconomici al di sotto delle attese negli USA.

Stati Uniti

Il timore dei mercati, sembra essere che si possa ripetere anche quest’anno quanto visto nel 2010 e soprattutto nel 2011, ovverosia che al buon abbrivio della congiuntura americana ad inizio anno faccia seguito durante la primavera – estate una fase di deterioramento del ciclo economico. Tali timori sono stati rafforzati dal dato negativo sul mercato del lavoro che a marzo ha fatto registrare un marcato calo nel numero di nuovi occupati rispetto ai tre mesi precedenti (si veda il grafico sopra riportato). Questa statistica si è sommata ai dati al di sotto del consenso per quanto riguarda la fiducia degli imprenditori non manifatturieri e di quelli appartenenti al comparto della piccola e media impresa.

A nostro avviso la distanza tra attese di mercato e dati effettivi per quanto riguarda i sondaggi sulla fiducia sopra menzionati è decisamente contenuta e tale da non mutare le nostre aspettative sulla crescita americana. Anzi, i dati di economia reale di recente pubblicazione come quelli sulla bilancia commerciale hanno avuto l’effetto di portare ad una modesta revisione al rialzo delle aspettative sul PIL del primo trimestre leggermente al di sopra del 2%. Per quanto riguarda i dati deludenti sul numero di nuovi assunti mensili rimangono nella fascia media di oscillazione che questa statistica ha storicamente mostrato, e si confrontano con altre informazioni provenienti dal mercato del lavoro che non portano a ritenere imminente un calo duraturo nel ritmo di nuove assunzioni. In sintesi siamo più propensi a ritenere che l’economia americana stia facendo registrare qualche sobbalzo (magari dovuto a condizioni metereologiche eccessivamente favorevoli durante l’inverno e che ora vengono meno) piuttosto che a segnali premonitori di un rallentamento in corso nel tasso di espansione che continua ad essere tutto sommato moderato.

Area Euro

Nelle due settimana a cavallo della Pasqua non si segnalano particolari novità di rilevo per quanto riguarda i dati macroeconomici europei e lo scenario che da essi ne consegue. L’ultimo dato di una certa rilevanza in ordine di tempo ad essere stato pubblicato è stato quello relativo alla produzione industriale aggregata, risultata significativamente sopra le attese, ma viziata da un dato anomalo olandese. Tale per cui anche i commentatori più ottimisti sullo scenario europeo hanno finito con l’attribuire poca importanza a questa statistica. Le prospettive per l’area euro nei prossimi trimestri rimangono molto modeste con un ritorno alla crescita molto lento ed atteso nella seconda metà dell’anno. Per l’Italia in quadro rimane di contrazione per la prima parte dell’anno e molto incerto per la seconda.


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