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Durante il mese di agosto il flusso di dati macro ha sostanzialmente riconfermato le tendenze presenti all’inizio dell’estate: l’economia americana continua a muoversi lungo un sentiero di crescita decisamente contenuto (intorno al 2%) sorretta in principal modo dalla dinamica dei consumi.
Le sorprese positive nel corso dell’anno sono giunte dal settore immobiliare, il cui effetto sul PIL aggregato però, piuttosto che manifestarsi attraverso i dati sull’investimento in edilizia, componente oramai modesta dell’economia, si è reso esplicito nella dinamica dei consumi delle famiglie. Appare invece confermata la stagnazione del settore manifatturiero, dopo che per parecchi trimestri quest’ultimo era stato uno degli elementi trainanti della ripresa, a cui si associa una perdita di momentum nell’espansione degli investimenti. Se questi sono i tratti salienti che descrivono l’economia USA nel corso del 2012, recentemente si è osservato un miglioramento rispetto alle attese dei dati di economia reale, mentre continuano a deludere gli esiti dei sondaggi anticipatori. Tali dinamiche al momento appaiono marginali e non mutano il quadro di riferimento sopra esposto, che a nostro avviso rende probabile l’avvio di un nuovo programma di stimolo monetario non convenzionale da parte della FED (QE3) nel corso dei prossimi mesi. Anche i dati del mercato del lavoro di venerdì 7 settembre confermano tale aspettativa, anche se la crescita media mensile dell’occupazione nel terzo trimestre dovrebbe essere leggermente superiore a quanto osservatosi nel secondo, e questo dovrebbe impedire una risalita del tasso di disoccupazione.
La scomposizione del dati sul PIL europeo del secondo trimestre mostra che il calo dell’attività dello 0,2% è totalmente attribuibile alla contrazione degli investimenti. Tale risultanza è in linea con il sondaggio delle BCE sulle condizioni del sistema creditizio da cui si evince che la bassa domanda di crediti da parte delle aziende alle banche è dovuta in modo preponderante alla riduzione del “funding” da destinare all’investimento. Per quanto riguarda le prospettive a breve dell’area euro gli indicatori anticipatori segnalano un’elevata probabilità che il PIL nel terzo trimestre si contragga nuovamente con la possibilità di una variazione leggermente più marcata di quella fatta registrare nel secondo...
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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