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La scelta tra titoli denominati in valuta forte e in valuta locale rappresenta una decisione strategica importante se si vuole investire con successo in questi mercati. Parla Federica De Giorgis, Senior Financial Advisor Fixed Income di Ersel, a Funds People per il numero di settembre.
Investire nei mercati obbligazionari emergenti richiede una valutazione olistica di molteplici fattori economici, finanziari e geopolitici per bilanciare al meglio il potenziale di rendimento con i rischi associati ai singoli Paesi che compongono questa vasta area. In particolare, la scelta tra titoli denominati in valuta forte e quelli in valuta locale rappresenta una decisione strategica. Una valida soluzione può essere l'adozione di un approccio "blend" associato a un'analisi top-down, che consenta di sfruttare i benefici di entrambi i segmenti e identificare le migliori opportunità presenti. [...]
La sensazione di Federica De Giorgis, Senior Financial Advisor Fixed Income di Ersel, è che i mercati emergenti in ambito fixed income rappresentino oggi un'area più accessibile rispetto al passato.
"C'è stato un tempo in cui approcciarsi al local currency era molto complicato e c'era, per così dire, una maggiore `pericolosità implicita' in questi mercati. Ora, invece, i governi sono mediamente più affidabili, le banche centrali hanno migliorato la loro gestione, l'inflazione è più controllata e le valute sono meno volatili", spiega l'esperta.
"Per questo adesso utilizzo la local currency con meno timore rispetto a prima, sebbene rimanga cauta su alcune selezioni e di fronte a portafogli molto prudenziali continui a preferire l'hard currency". A ogni modo, quello adottato in Ersel non è un approccio specialistico. "Ci concentriamo prevalentemente sui tassi reali e sui livelli dei cambi correlati alle politiche monetarie. Riteniamo, inoltre; importante avere un approccio con duration contenute", afferma De Giorgis. [...]
Storicamente, il mese di agosto è particolarmente vulnerabile a brutte perturbazioni sui mercati finanziari. È stato così, per fare qualche esempio, nel 1998 con il default della Russia e nel 2007 con l’inizio della crisi dei subprime negli Usa.
Il presidente di Ersel, Guido Giubergia, parla a NordOvest Economia - La Stampa: "L'accantonamento ha tenuto nonostante la notevole volatilità di questi anni. Le opportunità sul territorio sono le biotecnologie, la farmaceutica, l'automotive e il nucleare".
Il 2024 si annuncia come l’anno di inversione sui tassi. Alcune banche italiane saranno più penalizzate di altre, specie quelle che non hanno fabbriche prodotto. Carlo De Vanna, Senior Fund Manager di Ersel Asset Management, ne parla a We Wealth.
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