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«Ersel è una macchina molto rodata, con persone competenti che lavorano con noi da molti anni: una garanzia. Non c'è nessuno con le nostre dimensioni e il nostro profilo: abbiamo un'indipendenza totale». Guido Giubergia, Presidente del Gruppo Ersel, intervistato da La Stampa.
Seduto al grande tavolo al secondo piano della palazzina di Piazza Solferino, Guido Giubergia racconta i piani per il futuro.
Presidente di uno dei maggiori gruppi privati d'Italia, ha attraversato le stagioni della finanza tricolore senza mai lasciare Torino, la città in cui, nel 1936, è nata la società che oggi può contare su una squadra di 320 persone e ha appena portato a termine una trasformazione: la boutique che, con discrezione, è un riferimento per le famiglie con grandi patrimoni, si è trasformata in banca.
«Alla fine dello scorso anno ci sono stati tre eventi particolari, importanti ma complessi. A partire dalla fusione di Banca Albertini con Ersel, che si è conclusa formalmente all'inizio di quest'anno. Tra i principali aspetti della fusione c'è anche l'evoluzione del nostro sistema operativo che rappresenta il secondo evento importante. Un processo necessario per rispondere ad esigenze sempre più sofisticate, con applicazioni su tutto il Gruppo. Inoltre stiamo lavorando sugli investimenti informativi a completamento della nostra piattaforma informatica. Un esempio è l'integrazione di soluzioni specifiche per le varie esigenze legate al nostro business, come la realizzazione di un moderno sistema di CRM dedicato alle nostre attività di private banking integrato con il sistema informativo principale».
«È stata una fusione per integrazione e di comune accordo abbiamo deciso di continuare a chiamarci Ersel».
«Continuiamo ad essere relativamente piccoli, gestiamo poco più di 20 miliardi di masse. Ma le nostre dimensioni ci permettono di posizionarci in quello che oggi è un vuoto tra le società e banche di piccole e grandi dimensioni. Ci attestiamo nel mezzo, come una vera società di private banking di medie dimensioni».
«Non c'è nessuno delle nostre dimensioni e con il nostro profilo. Abbiamo una indipendenza totale, la società è controllata dalla nostra famiglia e non abbiamo liaison con nessuno».
«I mercati continuano ad essere tonici perché nessuna attività oggi può sostituire quella dell'equity che nelle scorse settimane ha continuato a crescere. È evidente che se i tassi salissero oltre certi livelli a quel punto diventerebbe un problema per i mercati finanziari. Lo scenario non è semplice».
«Abbiamo costituito dei fondi dedicati, come Innotech e Infrastructure, con l'obiettivo di essere remunerativi, ma soprattutto capaci di sostenere un cambiamento positivo. Ma i criteri dell'ESG vanno anche ad influenzare le logiche dei nostri prodotti più longevi e delle strategie sui mercati privati, come ad esempio il real estate. Ersel, inoltre, esprime la sua attenzione al tema della sostenibilità anche nelle scelte intraprese a livello di Gruppo. È stato istituito un comitato ESG che coinvolge sia le funzioni aziendali sia le prime linee manageriali, ed è stata nominata una Responsabile ESG Strategy del Gruppo».
«Avevamo una holding che controllava sia il gruppo bancario sia le attività collaterali che abbiamo rilevato negli anni. Abbiamo colto questa occasione per fare una ulteriore operazione di scissione e abbiamo diviso la banca dalla nuova società, che ha preso in carico tutto il resto».
«Tutti gli altri investimenti fatti come famiglia e che non hanno sinergie con il core business, come ad esempio l'Ospedale Koelliker e le nostre partecipazioni in altre società. Per noi è molto importante mantenere le due cose separate».
«Dopo un periodo di immobilità si può solo fare meglio. Ritengo che il sindaco Stefano Lo Russo abbia una visione moderna e aperta della città».
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
Diversificazione internazionale ed esigenze del cliente al centro della strategia della storica banca private torinese. Questo il modello consulenziale raccontato da Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel, a Wall Street Italia.
La scelta tra titoli denominati in valuta forte e in valuta locale rappresenta una decisione strategica importante se si vuole investire con successo in questi mercati. Parla Federica De Giorgis, Senior Financial Advisor Fixed Income di Ersel, a Funds People per il numero di settembre.
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