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Dopo la frenata brusca dei mercati, gli investitori si chiedono ora come proteggere il proprio portafoglio. L'azionario è ancora l'asset class su cui puntare? Ne parla Andrea Nascè, Direttore Investimenti Ersel, a We Wealth.
Dopo un 2021 da record, le azioni hanno subito forti ribassi con l'inizio del nuovo anno.
Gli investitori ora si chiedono se puntare ancora sull'equity o meno. Preda dell'incertezza portata sui mercati dalla guerra in Ucraina il Vix ha toccato per la prima volta dal marzo 2020 i 40 punti. Dall’inizio delle operazioni militari alla fine del mese di marzo l’indice mondiale misurato in euro è progredito di ben 5 punti percentuali.
La guerra, sommandosi alle incertezze borsistiche legate a inflazione, tassi e crescita economica più debole, ha affossato i listini azionari di tutto il mondo. E così parte dei rendimenti guadagnati dagli investitori negli ultimi due anni si sono dissolti da un giorno all'altro. O almeno così direbbe a prima vista. Ad un'analisi più attenta infatti il conflitto in Ucraina, contro intuitivamente, ha determinato un aumento dei valori degli indici principali: dall'inizio delle operazioni militari alla fine del mese di marzo l'indice mondiale misurato in euro è progredito di ben 5 punti percentuali. La tempesta sui mercati non è pero mancata, con il Vix, l'indice della paura, che ha toccato i 40 punti, un livello che non si vedeva dai giorni di panico conseguenti allo scoppio della pandemia.
Come ora gli investitori possono proteggere i propri portafogli? A questa e altre domande ha risposto Andrea Nascè, Direttore Investimenti di Ersel.
Innanzi tutto la convinzione della temporaneità dello shock di crescita economica portato dalla guerra: gli investitori hanno voluto guardare oltre gli effetti di breve della crisi energetica e delle strozzature nelle catene di approvvigionamento sui mercati internazionali di materie prime e semilavorati. In secondo luogo il distinguo tra condizioni macro più preoccupanti nello specifico per Europa, rispetto alla percezione di una relativa immunità del Nord America: Wall Street è non solo la guida dei mercati ma è anche ben oltre il 50% dell'indice mondiale. In terzo luogo ha pesato la grande fragilità del comparto obbligazionario, che ha accusato perdite molto rilevanti senza più riprendersi, vista la reazione preoccupata delle banche centrali all'impennata dell'inflazione. In poche parole non c'erano alternative convincenti per quanti erano a disagio sulle quote azionarie in portafoglio.
Nei momenti di forte ribasso delle borse, che non sono mancati nelle ultime settimane, la tentazione di farsi prendere dalla paura è stata opportunamente controllata e oggi ci troviamo con valori superiori a quelli di partenza. Nei casi in cui la quota di rischio azionario era sopra i livelli di neutralità è stato utile ricorrere a strategie di copertura che, bilanciando opzioni comprate e opzioni vendute hanno consentito di tenere sotto controllo il costo complessivo di questa “politica di assicurazione”.
La nostra esperienza ci dice che i portafogli costruiti con disciplina, con le azioni delle aziende di qualità, superate le inevitabili fasi negative, ricompensano sempre la fiducia dell'investitore paziente. Per orientare efficacemente la selezione tra settori, paesi e dimensioni delle società investibili è più che mai importante disporre di un team di gestione interno, capace di esprimere convinzioni forti, suffragate dalla disciplina nell'analizzare le determinanti e la sostenibilità dei vantaggi competitivi, ricercando le necessarie conferme nei numeri di bilancio. Il Gruppo Ersel ha investito e continua a investire sia negli skill professionali dedicati, sia nella solidità del processo che governa le scelte interne sui mercati azionari.
In chiave tattica è utile tenere in considerazione l'esposizione al settore finanziario e ad alcuni comparti più ciclici che hanno particolarmente sofferto nella fase peggiore della guerra.
L'impennata dei tassi a cui stiamo assistendo dovrebbe favorire il recupero di performance di alcuni comparti value e delle banche in particolare. Se però la guerra dovesse protrarsi troppo a lungo, gli effetti negativi sarebbero più marcati sui ciclici. In una prospettiva più estesa rimangono argomenti forti a favore del mantenimento di una esposizione controbilanciata da buone società del comparto growth: il primo è legato al forte ribasso di quest'ultimo che è stato già incorporato a partire dalle ultime settimane del 2021, ben prima dell'inizio delle ostilità. In secondo luogo rimane valido il postulato per cui nel lungo periodo le società che sanno dimostrare una crescita superiore alla media della loro redditività avranno certamente un premio di performance.
Un'inflazione più alta negli Stati Uniti e debito pubblico rendono più difficile il compito della Fed. Ne parla Andrea Nascè a Milano Finanza.
La scelta tra titoli denominati in valuta forte e in valuta locale rappresenta una decisione strategica importante se si vuole investire con successo in questi mercati. Parla Federica De Giorgis, Senior Financial Advisor Fixed Income di Ersel, a Funds People per il numero di settembre.
Il 2024 si annuncia come l’anno di inversione sui tassi. Alcune banche italiane saranno più penalizzate di altre, specie quelle che non hanno fabbriche prodotto. Carlo De Vanna, Senior Fund Manager di Ersel Asset Management, ne parla a We Wealth.
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