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Lo schema è meno liquidità, più obbligazioni e stabilità delle azioni. Andrea Nascè, Direttore Investimenti Ersel, parla a Affari&Finanza di come sta crescendo la richiesta di consulenza e il coivolgimento degli investitori.
«Sta crescendo in maniera esponenziale la richiesta di consulenza evoluta a pagamento e le masse da noi così servite, dal 2019 a oggi sono raddoppiate». Andrea Nascè, Direttore Investimenti Ersel Banca Privata, fondata a Torino nel 1936 come Studio Giubergia, parla di un trend che testimonia una voglia di maggior coinvolgimento da parte del risparmiatore.
«Con la consulenza - racconta Nascè - gli mettiamo a disposizione un ambiente protetto, selezioniamo per lui delle attività finanziarie, tirando fuori gli ingredienti migliori. Ma invece di fare tutto in modo autonomo, come avviene nel servizio gestito, il private banker consente la compartecipazione del cliente, che in questo modo può partecipare alla costruzione del portafoglio per l'investimento del proprio patrimonio». Una necessità, quest'ultima, cresciuta soprattutto dopo il 2022 e il conseguente smarrimento generale dei risparmiatori.
«Dopo quella fase dolorosissima che ha visto salire i tassi negli Usa di 4 punti percentuali in un solo anno, ora che sono passate le ultime incertezze dell'estate scorsa e che la dannosa salita sembra ormai in esaurimento, si creano le condizioni migliori per una riscoperta delle opportunità di investimento in reddito fisso». Così come sta acquistando sempre maggior appeal un portafoglio semplice e schematico.
«Un portafoglio in cui l'obbligazionario costituisce un elemento che consente una maggior visibilità, un miglior controllo delle prospettive di rendimento da qui a 4 o 5 anni di una porzione del patrimonio». La formula Ersel nella composizione dei portafogli oggi è questa: meno liquidità, più obbligazioni e stabilità delle azioni. «Nella selezione azionaria - racconta il Direttore Investimenti - facciamo poi più attenzione che mai a distinguere titoli di qualità, scegliendo di investire su aziende sane, con poco debito, non impattate dalla situazione di tassi alti. Stiamo insomma lontano da tutto ciò che ha bilanci fragili».
In questo momento di rallentamento economico si punta su investimenti solidi, con fondamentali trasparenti e analizzabili. «Questo può dare sicurezza ai clienti. Nei prossimi due anni, con una buona selezione di azioni sarà possibile riavvicinarsi ai record di fine 2021. E anche se ci si sbagliasse per via di fenomeni geopolitici non controllabili, e oggi non considerati dai mercati, avendo scelto un portafoglio di aziende di qualità, sarebbe sufficiente pazientare solo un po' più a lungo».
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