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“I nostri investimenti cercano di cavalcare l’inflazione”. Intervista al Responsabile delle gestioni patrimoniali del Gruppo Ersel, Giorgio Bensa, per La Stampa.
«Raramente, nel recente passato, siamo stati di fronte a un quadro fluido e in rapida evoluzione come quello attuale per l’economia e i mercati finanziari» dice Giorgio Bensa, Responsabile gestioni patrimoniali Ersel. L’esperto ricorda che il Covid-19 ha provocato la crisi più intensa in tempo di pace, seguita da un rimbalzo altrettanto rapido e vigoroso.
Come sta evolvendo il quadro?
«La scoperta dei vaccini sembrava poter consolidare il percorso di ripresa, eliminando uno dei maggiori fattori di incertezza ma la forza della domanda di beni e servizi, unita alle difficoltà nelle catene logistiche, alla scarsità e ai rialzi nei prezzi di materie prime e componenti, stanno determinando una fase di stress che non può essere definita passeggera, con sicurezza, e il cui esito finale non è scontato».
Come vi state muovendo?
«Nelle nostre gestioni, date le aspettative di crescita favorevoli per le economie e per i profitti delle aziende, manteniamo un atteggiamento costruttivo, anche se abbiamo ridotto il rischio rispetto a inizio anno per consolidare parte dei profitti ottenuti. La complessità della situazione ci pone quotidianamente di fronte a sfide significative nella costruzione di portafoglio. Per aumentare le probabilità di successo occorre innanzitutto avere a disposizione un universo di investimento ampio al cui interno ricercare le opportunità. Nell'ambito dei titoli di Stato, ad esempio, se limitiamo il nostro territorio di caccia ai soli mercati sviluppati non troveremo una remunerazione adeguata, a causa dei livelli estramamente bassi dei tassi di interesse».
Dove guardate, allora?
«La globalizzazione ha portato alla ribalta nuovi Paesi, spesso altrettanto solidi, che offrono una redditività interessante, in quanto agganciata a economie con un potenziale di crescita ancora significativo. E' inoltre importante disporre di strumenti finanziari diversi che permettano di interpretare le varie fasi di mercato: all'avvio della ripresa post Covid-19 i fondi passivi e gli Etf hanno consentito di investire con rapidità e partecipare ad un rialzo generalizzato dei corsi. Con il tempo è diventato necessario discriminare tra singoli settori e titoli e il ricorso a gestori attivi, selezionati in modo accurato, sta offrendo un importante valore aggiunto. Il quadro in rapida evoluzione, infine, impone di seguire con continuità gli sviluppi dell'economia e dei mercati, per modulare correttamente le esposizioni, pur senza perdere di vista gli obiettivi di lungo periodo. Ad inizio anno, ad esempio, l'inflazione rappresentava per noi un rischio piuttosto remoto ma con il passare dei mesi è diventato progressivamente più importante: abbiamo quindi introdotto in portafoglio investimenti in grado di trarre vantaggio dalla dinamica dei prezzi, per dare stabilità complessiva ai risultati».
Su cosa puntano le vostre strategie adesso?
«Manteniamo una visione costruttiva, quindi i nostri portafogli hanno un'esposizione piena ai mercati azionari, in funzione dei vari profili di rischio, con una preferenza per America ed Europa. In ambito obbligazionario pensiamo che la risalita dei tassi e l'inflazione saranno i temi chiave, quindi privilegiamo emissioni a breve/medio termine, che sono meno impattate da queste dinamiche, combinate con strategie sull'inflazione. L'ampio ventaglio di scelte di investimento che possono essere effettuate rappresenta sicuramente una sfida importante e difficile per i singoli investitori. A maggior ragione, vista la grande complessità del contesto attuale, i servizi di consulenza o di gestione messi a disposizione dagli intermediari finanziari possono essere una valido supporto per chi non vuole sostenere da solo questo onere».
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
Diversificazione internazionale ed esigenze del cliente al centro della strategia della storica banca private torinese. Questo il modello consulenziale raccontato da Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel, a Wall Street Italia.
La scelta tra titoli denominati in valuta forte e in valuta locale rappresenta una decisione strategica importante se si vuole investire con successo in questi mercati. Parla Federica De Giorgis, Senior Financial Advisor Fixed Income di Ersel, a Funds People per il numero di settembre.
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