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«Le guerre commerciali sono giuste e sono facili da vincere». Con questo tweet, il Presidente Usa, Donald Trump, argomentava la sua crociata contro gli squilibri commerciali che pesano sull’economia americana. Era marzo e nelle parole dell’inquilino della Casa Bianca riecheggiava la disputa a colpi di dazi da sferrare su più fronti della cartina geografica.
I mercati sono arrivati al giro di boa dei primi sei mesi dell’anno con molte più incognite di quante ce ne fossero a gennaio. Le incertezze maggiori le ha generate il mondo della politica. Due sono i fronti sotto la lente: da un lato c’è il timore dell’escalation di una guerra commerciale globale minacciata dal presidente Usa, Donald Trump.
I recenti annunci di Trump sull’introduzione di dazi commerciali hanno portato nuove incertezze sui mercati.
Non accade spesso che i movimenti sui mercati valutari attirino così grande attenzione come accaduto in queste ultime settimane. A tenere banco è l’eccessiva debolezza del dollaro che sta sollevando i timori di una possibile «guerra valutaria» in corso.
Con l’elezione di Trump la gestione della politica economica USA potrebbe segnare un punto di svolta epocale, con politiche fiscali marcatamente reflazionistiche, protezionismo e minor attivismo monetario.
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