close
share

Non accade spesso che i movimenti sui mercati valutari attirino così grande attenzione come accaduto in queste ultime settimane. A tenere banco è l’eccessiva debolezza del dollaro che sta sollevando i timori di una possibile «guerra valutaria» in corso.

Valute sotto osservazione

Da inizio anno la moneta americana ha perso il 3% nei confronti dell’euro. Sui 12 mesi il calo è decisamente più ampio e arriva al 20%. Di riflesso, l’euro è arrivato a toccare picchi che l’hanno portato ai massimi degli ultimi tre anni (1,25 dollari).

Le ricadute pesano soprattutto sul commercio e sull’export. A preoccupare non c’è soltanto la debolezza del biglietto verde. Un altro motivo di timore è dato dal nuovo atteggiamento americano in materia di protezionismo. Si tratta di una strategia che è ancora difficile da decifrare, certo è che le misure proposte finora dall’amministrazione Usa puntano più che altro a soddisfare le promesse fatte da Trump durante la campagna elettorale.

Per ora le proposte formulate sono piuttosto deboli e poco incisive. Ben più ampio sarebbe, invece, l’effetto di una «guerra commerciale» vera e propria condotta contro la Cina o contro la Corea del Sud, così come una significativa revisione del Nafta, l’accordo nordamericano per il libero scambio tra Usa, Canada e Messico (North American Free Trade Agreement).

Continua scaricando il pdf.


RISPARMIO ENERGETICO ATTIVO

Questa schermata consente al tuo monitor di consumare meno energia quando il computer resta inattivo.

Clicca in qualsiasi parte dello schermo per riprendere la navigazione.