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Il ribasso del prezzo del petrolio stenta a manifestarsi in effetti positivi nei dati mensili sui consumi. Nulla cha abbia portato a rivedere lo scenario per il 2015, anche perché la fiducia delle famiglie è ai massimi post recessione, e la crescita dei posti di lavoro rimane ampiamente sopra le 200mila unità mensili.
La revisione al rialzo del PIL USA del terzo trimestre è stata quantitativamente significativa, (passando dal 2% trimestrale annualizzato al 2,7%) ma qualitativamente deludente in quanto dovuta a dati superiori alle precedenti stime per quanto riguarda scorte e consumi pubblici.
La settimana ha presentato ancora un insieme di statistiche contrastanti. Da un lato i dati sull’attività e fiducia nel settore immobiliare continuano delineare una ripresa nel settore epicentro della recessione del 2008, tanto che divengono sempre più concrete le aspettative di una inversione di tendenza nella dinamica al ribasso dei prezzi delle case (si veda il grafico sotto riportato); dall’altro si osserva un rallentamento, al margine, nella fiducia e nei dati relativi al settore manifatturiero.
Settimana povera di evidenze dal punto di vista macro. Il timore che anche per quest’anno vi sia la possibilità di vedere un rallentamento della crescita a partire dalla primavera, come già successo nel 2010 e soprattutto nel 2011, non ha trovato conferma nei dati recenti.
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