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La revisione al rialzo del PIL USA del terzo trimestre è stata quantitativamente significativa, (passando dal 2% trimestrale annualizzato al 2,7%) ma qualitativamente deludente in quanto dovuta a dati superiori alle precedenti stime per quanto riguarda scorte e consumi pubblici.

Quadro Macro

Stati Uniti

Per contro consumi privati ed investimenti sono stati rivisti al ribasso. Fortunatamente le statistiche mensili su investimenti (ordinativi di beni durevoli nel grafico sopra riportato) e fiducia dei consumatori (grafico sotto riportato) sono risultati favorevoli. Riguardo alla spesa in conto capitale delle aziende l’impressione, suffragata anche dall’assenza di licenziamenti nei dati pre uragano, è che gli imprenditori stiano aspettando di capire come verrà risolto il tema del “fiscal cliff” prima di dare luogo a nuovi investiment.i Qualora l’esito del confronto tra Presidente e Democratici da un lato e Repubblicani dall’altro dovesse essere favorevole, ci potrebbe essere un recupero degli investimenti fino ad ora congelati nei confronti di una spesa per consumi che nel
frattempo è continuata ad espandersi, e che solo nell’ultimo dato a causa dell’uragano ha subito una battuta d’arresto. In sintesi quindi le dinamiche di consumi ed investimenti nel trimestre in corso dovrebbero dare segnali di tenuta, tuttavia la crescita nel suo complesso dovrebbe risentire negativamente di un decumulo delle scorte a causa di magazzini riempiti in maniera eccessiva nel trimestre appena conclusosi. Infine il dato sui profitti di contabilità nazionale mostra un buon progresso di questi ultimi, anche se quasi interamente dovuto al balzo della componente finanziaria. La marginalità simmantiene su livelli elevati, senza al momento dare segnali di cedimento. Una crescita degli EPS vicina al PIL nominale (4 - 5%) rimane il nostro scenario di riferimento. 
 

Area Euro

Tutti gli indicatori anticipatori da noi monitorati nel mese hanno mostrato un miglioramento dei livelli di fiducia, sia a livello di singolo paese (grafico sotto riportato) che a livello aggregato, come le statistiche fornite dalla Commissione Europea o gli indici PMI. Pertanto sulla base di queste informazioni si può ancora mantenere l’ipotesi di lavoro di una graduale attenuazione della recessione nel corso del 2013 una volta terminati gli effetti negativi sulla crescita della stretta fiscale nella periferia. L’accordo raggiunto sulla Greca tra i partner europei dovrebbe essere in grado di posporre la decisione sull’eventuale ristrutturazione del debito ellenico nelle mani degli altri Stati europei a dopo le elezioni tedesche. Questo sempre che la volontà dell’esecutivo greco di mantenere l’attuale rigore permanga e che non vi sia una nuova voragine nei conti pubblici dovuta ad un intensificarsi della recessione oltre le attese. Nell’assenza di imprevisti su questi due aspetti, scenario di non facile ponderazione, il prossimo snodo della crisi greca dovrebbe essere dopo le elezioni tedesche, allorquando si ritornerà a parlare di una possibile riduzione del debito, la cui traiettoria è insostenibile, con i costi sopportati dai contribuenti degli altri stati europei.

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