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L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato in Europa gli orrori della guerra. Il conflitto potrebbe però accelerare i processi di innovazione che erano già in corso in Europa.
Dal 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’aggressione, il Vecchio continente è salito su una enorme macchina del tempo che ha ricondotto agli occhi immagini del secolo scorso. Il conflitto ha però anche messo in evidenza le fragilità dell’economia europea perché la guerra ha innescato una fiammata dei prezzi dell’energia e di alcuni prodotti alimentari.
A catena, questi rialzi hanno subito spinto più in alto un’inflazione che già si stava muovendo su livelli di guardia e che era diventata un problema. A maggio nell’area euro il tasso d’inflazione ha raggiunto il record dell’8,1% ma anche gli Stati Uniti si stanno confrontando con un dato analogo. Per frenare la pericolosa corsa dei prezzi, le Banche centrali adesso si trovano costrette ad accelerare sul cammino delle restrizioni di politica monetaria e c’è il rischio che questo percorso possa portare a una nuova recessione per l’economia globale.
Se nell’immediato le prospettive dell’Europa appaiono fosche, nel lungo periodo ci sono molti motivi di ottimismo ed è al futuro che occorre guardare. La crisi in corso porterà infatti anche a importanti opportunità e permetterà al Vecchio continente di uscire rafforzato da questo momento così complesso.
Il cambiamento era mosso dalla trasformazione digitale, dall’impegno per un’economia più sostenibile, dalla corsa alla transizione energetica e alla decarbonizzazione. La spinta era così profonda che non si fermerà di fronte alle difficoltà causate dal conflitto in Ucraina. In primo piano c’è la trasformazione digitale. Si tratta di un processo che farà progredire le aziende e l’economia dell’area. In questo l’Ue mira a dare maggior forza alle imprese e ai cittadini in un futuro digitale incentrato sulla persona, sostenibile e più prospero.
I canali di questa ondata di innovazione sono tanti. Le prospettive della Commissione europea per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030 vanno da più sviluppo tecnologico per le aziende (cloud, intelligenza artificiale, big data), a più infrastrutture digitali (per esempio con il primo computer con accelerazione quantistica), fino alla digitalizzazione dei servizi pubblici (sanità, identità digitale). Il processo digitale è ancora ai primi passi. Al momento i Paesi europei non stanno ancora sfruttando interamente le opportunità offerte. Questo ritardo impedisce al settore privato e a quello pubblico di realizzare appieno il proprio potenziale. Molte aziende europee si affidano a un’infrastruttura obsoleta per offrire i propri prodotti e servizi. Nei prossimi anni dovranno aumentare gli investimenti per migliorare.
Anche l’area cruciale della trasformazione energetica è agli esordi. L’Unione europea sta puntando molto sulla neutralità climatica come parte del Green Deal. Anche per questo molte aziende stanno investendo per ridurre le proprie emissioni. Il conflitto in Ucraina imprimerà maggior velocità a questo processo. La trasformazione sarà grande dato che molte aziende industriali ad alta intensità di emissioni conservano ancora un ruolo importante in molte economie europee.
Il conflitto ha reso evidente quanto la questione energetica sia anche una faccenda di sicurezza nazionale e questo aspetto sta spingendo su maggiori investimenti e sta dando vita a cambiamenti più rapidi. In tutto ciò, sarà sicuramente centrale l’apporto che arriverà dal NextGenerationEU, il piano per la ripresa post-pandemia targato Europa. Si tratta di un’occasione unica che permetterà ai Paesi membri di crescere e rafforzarsi trasformando le proprie economie attraverso nuovi finanziamenti e creando opportunità e molti posti di lavoro.
Sul piatto ci sono 806,9 miliardi di euro (a prezzi correnti). Si tratta di un pacchetto di stimoli senza precedenti che aiuterà a guardare con ottimismo al futuro. L’Italia sarà protagonista di questo programma perché al nostro Paese andranno oltre 200 miliardi dell’intera dote. Il maxi-pacchetto fornirà stimoli importanti per la ricostruzione dell’Europa e tanti sono i settori che ne beneficeranno. Certo le sfide all’orizzonte rimarranno ancora numerose ma ogni difficoltà conduce anche a nuove occasioni e il momento attuale porterà a una trasformazione verso un’Europa più verde, più digitale ma soprattutto più forte ed economicamente più indipendente e dinamica.
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