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I dati di maggio forniscono una lettura dello scenario USA leggermente più costruttiva, ma sempre in linea con le nostre attese. Il significativo rimbalzo delle vendite al dettaglio, in qualche modo auspicato data la tonicità del mercato del lavoro e i livelli elevati di fiducia dei consumatori, porta la stima della variazione del PIL del secondo trimestre in prossimità del 3%.
Stati Uniti
Dopo la contrazione del primo trimestre il rimbalzo non sarà più marcato perché gli investimenti saranno ancora penalizzati dalle minori spese in conto capitale per l’estrazione di idrocarburi, e la bilancia commerciale risentirà negativamente del dollaro forte. Nessuna novità di rilievo sul fronte inflazione, a breve il rialzo del prezzo del petrolio dovrebbe impattare sull’inflazione headline (indice complessivo dei prezzi aggregati). Le dinamiche salariali, seppur in accelerazione, rimangono contenute. Permane l’aspettativa di ulteriori incrementi nelle retribuzioni. Nel meeting del 17 la FED, anche contemplando lo scenario internazionale, è risultata molto accomodante. La volontà è di iniziare il ciclo di rialzi quest’anno, ma con incrementi molto graduali per accompagnare una ripresa economica ancora incerta.
Area Euro
Dal punto di vista strettamente macro lo scenario europeo continua a essere moderatamente favorevole. In questo momento però l’attenzione dei mercati e della politica è tutta concentrata sul tema greco. L’inflazione headline ha smesso di scendere, complice anche una ripresa dei prezzi del petrolio, mentre la core (indice dei prezzi escluse spese per energia e alimentari) ha fatto registrare un significativo progresso. Non vi sono però segnali dell’avvio in tempi brevi di un marcato trend al rialzo. Nell’Eurogruppo del 22 giugno e nella successiva riunione dei capi di stato sono state poste le basi per un accordo entro la fine del mese, il cui punto di partenza sono le proposte del governo greco, finalmente maggiormente formalizzate e più in linea con le richieste dei creditori.
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