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Lo scenario americano attualmente presenta una lettura relativamente chiara: dal punto di vista della crescita, archiviati un pessimo primo trimestre e il rimbalzo nel secondo, l’economia nel terzo trimestre dovrebbe crescere in un intorno del 3% data la buona intonazione sia degli indicatori anticipatori che di quelli relativi ai consumi.
Stati Uniti
L’inflazione ha fatto registrare un graduale e moderato rialzo verso l’area del 2% (target della banca centrale) senza però che vi sia al momento una spinta da parte dei salari. In questo contesto la FED non ha fretta di alzare i tassi, sembrando giustamente più preoccupata di non assecondare a sufficienza la ripresa economica piuttosto che temere gli effetti potenzialmente inflazionistici del Quantitative Easing, e non ponendo eccessiva enfasi al tema della stabilità finanziaria per la quale comunque sono preferite le misure macroprudenziali piuttosto che l’azione diretta sui tassi.
Area Euro
La produzione industriale dei mesi estivi ha fatto registrare un significativo calo. Per quanto riguarda il PIL la variazione del secondo trimestre è risultata in area 0.2%. Per quanto riguarda l’inflazione, la core sembra aver fatto base su livelli estremamente contenuti, mentre l’headline continua a scendere a causa del calo del prezzo del petrolio e del suo impatto sui beni energetici del paniere. Per quanto riguarda la politica monetaria l’attenzione è concentrata su come verrà utilizzato da parte della banche lo strumento del TLTRO (operazioni di rifinanziamento a lungo termine mirate), mentre si profila all’orizzonte il tema dell’AQR (monitoraggio della qualità degli attivi) dato l’approssimarsi della data di rilascio delle prime risultanze.
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