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Le statistiche macro più rilevanti della settimana sono state quelle relative al mercato del lavoro. L’esito del sondaggio è stato nel complesso favorevole, con una creazione di occupati superiore alle attese, revisioni al rialzo dei dati precedenti e tenuta del tasso di disoccupazione dopo i vistosi ribassi dei mesi scorsi.
Il dato che però va evidenziato maggiormente è l’aumento del tasso di partecipazione dal 63.7% al 63.9% ovverosia il fatto che il miglioramento del contesto sta invogliando i cittadini americani a mettersi alla ricerca di un lavoro (e questo mese tutti coloro che lo hanno fatto sono stati assunti), riducendo l’insieme di coloro che si sentivano talmente scoraggiati dalla crisi da non provare neppure a cercarne uno. Unico dato negativo delle statistiche occupazionali il progresso sotto le attese delle retribuzioni orarie.
Per l’area euro questa settimana non si segnalano statistiche rilevanti. L’evento più importante è stato il comitato mensile dalla BCE. Draghi ha definito l’ultima asta a 3 anni un indiscutibile successo aggiungendo che tale azione ha ridotto il rischio di un evento estremo negativo sul sistema bancario europeo. Queste considerazioni, unitamente ad un tono di maggior preoccupazione per la dinamica al rialzo dell’inflazione, dovuta al caro petrolio, ci fanno ipotizzare che non vi saranno a breve nuove misure di politica monetaria convenzionali (riduzione dei tassi) e non convenzionali (espansione del bilancio).
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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