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A cavallo d’anno importanti dati di economia reale come le statistiche sui consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese hanno fatto registrare un’accelerazione tale da rendere altamente probabile una lettura del tasso di crescita atteso del PIL nel Q4 ’13 e nel Q1 ’14 in media al 3%, validando quelli che erano i segnali forniti dagli indicatori anticipatori e ribaditi in settimana dall’indice ISM manifatturiero.
Stati Uniti
In controtendenza i dati sul mercato del lavoro, specialmente quello relativo ai nuovi occupati, con una debolezza estesa anche ai salari medi orari e alla settimana lavorata. Difficile quadrare questo dato con quelli discussi in precedenza; data la sua volatilità appare però prudente non fare eccessivo affidamento ad una singola lettura mensile. In settimana sono state rese note anche le minute dell’ultimo FOMC. L’impressione è quella di una FED “data dependent” nell’accezione che è sufficiente il mantenimento delle attuali tendenze sul mercato del lavoro (NFP medi mensili a +200 mila circa) per procedere con la riduzione ulteriore degli acquisti di obbligazioni.
Area Euro
Gli indicatori anticipatori europei continuano ad evidenziare un moderato miglioramento delle prospettive economiche dell’area, come illustra il grafico sotto riportato. Anche i dati di economia reale sono in linea con tale evidenza, come testimoniato delle vendite al dettaglio. In articolare questo inizio anno si caratterizza per numeri positivi di sentiment e di economia reale per la Spagna, dove anche una variabile “ritardata” rispetto al ciclo come l’occupazione sembra essere in fase di svolta. L’inflazione continua ad essere molto contenuta nelle letture tendenziali annue (+0,7% la core), tuttavia nelle dinamiche mensili non si segnala nessun peggioramento tendenziale. La BCE considera lo scenario economico per crescita ed inflazione in linea con le proprie aspettative. In particolare non ha posto nessuna enfasi particolare sul rischio deflazione nell’aggregato. L’impressione in conferenza stampa è quella di una banca centrale pronta a fare di più sia sul fronte delle misure straordinarie di liquidità sia con un’azione sul fronte dei tassi, come possibile risposta ad un aumento dei rendimenti sul monetario. Nel complesso Draghi ha dato forti segnali circa l’intenzione della BCE di essere fortemente orientata ad un atteggiamento di massimo supporto all’economia. Non è neppure esclusa quindi l’opzione “nucleare” degli acquisti di obbligazioni sul secondario per fronteggiare la possibile minaccia deflattiva.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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