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Sia le statistiche di economia reale che i dati di sentiment diffusi in settimana sono risultati al di sotto delle attese in taluni casi anche in misura significativa. I dati di gennaio per investimenti e consumi descrivono un avvio del primo trimestre 2012 in sordina.
Molto probabilmente la variazione del PIL risulterà più contenuta rispetto al 3% del Q4, e prossima (ma qui la previsione diviene più incerta) all’1%, numero in linea con quanto suggerito dagli indicatori anticipatori. L’aspettativa che l’economa possa continuare su di un sentiero di moderata espansione, sostenuta soprattutto da consumi ed investimenti, nonostante i dati deludenti di questa settimana, si basa su una pluralità di fattori: per quanto riguarda la spesa delle famiglie il fatto che dal mercato del lavoro arrivano segnali incoraggianti che dovrebbero consentire un’adeguata espansione del monte salari, anche se per il primo trimestre la variazione dei consumi non dovrebbe eccedere l’1% trimestrale annualizzato. Mentre per quanto riguarda gli investimenti delle aziende l’aspettativa è quella di una moderata espansione sostenuta da un’adeguata profittabilità delle aziende da livelli di fiducia degli imprenditori accettabili e da una certa visibilità della domanda.
In questo contesto la visione della banca centrale rimane cauta nel valutare i progressi nell’economia, pur riconoscendo i progressi osservatisi sul mercato del lavoro. Nell’audizione non vi sono stati specifici riferimenti ad un possibile QE3, e questo è stato l’aspetto che più ha colpito i mercati. Dopo le parole della FED si sono raffreddate le aspettative di mercato circa un altro round di espansione quantitativa, secondo una logica che a noi pare condivisibile. Tuttavia anche sulla base dell’atteggiamento rilassato di Bernanke in materia di inflazione (importata dai prezzi delle materie 2 prime) l’orientamento della FED appare ancora aperto ad un possibile QE3, con la decisione finale rimandata all’evidenza macro di prossima pubblicazione.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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