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In settimana sono state rese note alcune tra le più importanti statistiche mensili, quelle relative al mercato del lavoro e quelle sulla fiducia degli imprenditori manifatturieri sintetizzata dall’indice ISM.
Riguardo al primo punto la sequela di dati al di sotto delle attese nelle recenti letture dei non farm payroll evidenzia una perdita di vigore nella fase di ripresa del mercato occupazionale. Al momento altri indicatori del mercato del lavoro (sussidi alla disoccupazione, componenti occupazione indici ISM e NIFB) non sono così negativi come lo erano l’anno scorso di questi tempi, per cui al momento non sposiamo la tesi di un deterioramento del mercato occupazionale dell’entità osservatasi lo scorso anno. Tuttavia questi ultimi dati riportano sul tappeto il tema di un possibile nuovo intervento straordinario della FED, con il Governatore Bernanke e gli altri membri del FOMC chiamati nel corso delle prossime audizioni a esprimersi sul tema. Infine i dati sui consumi delle famiglie per il mese di aprile fanno ipotizzare una tenuta della spesa per il secondo trimestre in linea con quanto osservatosi nel primo. Questo dovrebbe essere tale da permettere un’espansione del PIL intorno al 2% trimestrale annualizzato, in linea con la media della fase post recessione.
I dati sulla crescita diffusi questa settimana non hanno fatto che confermare quanto già delineato dagli indici PMI le scorse settimane, ovvero che le economie della zona euro stanno affrontando una nuova fase di contrazione dell’attività. Dato lo scenario di crescita in deterioramento e inflazione stabile è ritornato in agenda il tema di una possibile riduzione dei tassi da parte della BCE già a partire dalla riunione del prossimo 6 giugno. Come mostra il grafico sopra riportato il tasso effettivo di mercato già si trova ad un livello prossimo a quanto suggerito dalla Taylor Rule, (una situazione simile a quella del 2009 – 10) e per tanto vi è la possibilità che la BCE non modifichi il tasso di riferimento permettendo però al tasso di mercato di trattare su livelli decisamente più bassi. Tale strategia negli anni passati era stata denominata riduzione ombra dei tassi di interesse. Inoltre occorre che la Banca centrale prepari un adeguato sistema di contromisure nel caso in cui dalle elezioni greche del 17 giugno risulti vincitrice
una chiara maggioranza anti austerità. Questo potrebbe infatti portare i mercati a prezzare come imminente una possibile uscita della Grecia dall’euro con possibilità di forti ondate di panico sui mercati.
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