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In un periodo caratterizzato dai grandi problemi creati dalla pandemia non è facile trovare motivi di consolazione per le sofferenze che tutti stiamo vivendo. Proprio per questo, credo sia necessario, oggi più che mai, cercare di mettere in luce quanto di buono esiste nella nostra città, piuttosto che concentrarci su quello che non funziona. Torino ha ed ha avuto nella storia una capacità di innovazione che non è seconda a nessun'altra città d'Italia; forse non ha avuto le stesse capacità di gestione e di conservazione.
Qui sono nati il cinema, l'automobile, la radio, la prima azienda operante nella telefonia e molto altro ancora. Questa tradizione, legata alla capacità di inventare, di sapersi trasformare, di creare dal nulla nuove attività è determinata dal carattere imprenditoriale dei piemontesi, dalla loro voglia di fare e di guardare avanti. E questa peculiarità non è affatto venuta meno nel tempo.
Oggi a Torino quasi il 13% della popolazione è composta da studenti: più di 100.000 tra Università e Politecnico, su una popolazione di poco più di 800.000 abitanti. Siamo una città di molti anziani ma che richiama moltissimi giovani, tanti che arrivano da altre parti di Italia o dall'estero, perché la capacità di attrazione della città, per la sua cultura, per la qualità delle sue strutture universitarie e per la qualità della vita, è universalmente riconosciuta.
La nostra città è stata scelta da giganti come General Motors (ora Punch) e Google per creare centri di ricerca, utilizzando il know how che sappiamo esprimere. A Torino ha sede uno dei principali Istituti di Biotecnologia del Paese, all'interno del quale nascono startup rivoluzionarie. Pochi forse sanno che Torino è la città europea nella quale sono più studiati i i temi legati all'idrogeno, una città che potrebbe recitare un ruolo di primo piano, utilizzando bene i fondi europei già stanziati per lo sviluppo di queste tecnologie; pochi sanno che, in un mondo sempre più caratterizzato da visioni di breve termine, è nato all'interno del Carlo Alberto un istituto di ricerca - L.T.I. (Long Term Investment) - che studia le logiche e le dinamiche degli investimenti a lungo termine.
Potrei continuare ma tengo a ricordare che proprio Torino è stata recentemente scelta dall'Unione Europea come unica sede italiana per la realizzazione di un ambizioso progetto di innovazione sociale, un ambito che mi sta particolarmente a cuore. Una scelta legata alla lunga tradizione filantropica torinese e alla sua storia di successo. Obiettivo del progetto è formare alla cultura imprenditoriale le realtà no profit - associazioni e cooperative - che oggi vivono quasi esclusivamente grazie al sostegno di fondazioni bancarie o al contributo di pochi privati, per aiutarle e prepararle a partecipare ai bandi internazionali.
Sono certo che il terzo settore, che già annovera in Italia 6 milioni di volontari, 850.000 dipendenti retribuiti e un fatturato di 80 miliardi di euro, pari al 5% del Pil, costituirà una delle linee guida per il nostro sviluppo sociale ed economico e continuerà a creare molti nuovi posti di lavoro, per lunghi anni.
Con queste note di ottimismo voglio esprimere la mia ferma convinzione che la nostra città, ricca di tradizione e cultura, sarà certamente in grado di superare l'immagine "auto centrica" che la connotava fino ad alcuni anni fa e che, utilizzando le esperienze del proprio passato, saprà ancora rigenerarsi sviluppando nuove attività.
E mi auguro che un nuovo spirito di collaborazione tra il pubblico e il privato con norme snellite di tutto il superfluo favoriscano tutto questo, lasciando liberi di esprimersi quanti sentono il dovere anche morale di lavorare per il futuro di tutti noi e di questo territorio.
"Il bello aiuta, cercare di vedere il lato bello delle cose aiuta". Paola Giubergia lo spiega salendo e scendendo per le scale del centro della Fondazione Paideia. Le ha frequentate fin da bambina. "Per me questa è casa", racconta a La Repubblica, mentre si siede a uno dei tavoli del bar al piano terra dello storico edificio di via Moncalvo 1, a due passi da via Villa della Regina, sopra la Gran Madre.
Negli ultimi anni il mondo ha vissuto profondi cambiamenti. Pandemia, guerra, crisi energetica e ambientale hanno prodotto effetti sconvolgenti che si sono intrecciati tra loro e che adesso sono alla base di ulteriori trasformazioni.
Paola Giubergia, Responsabile Relazioni Esterne del Gruppo Ersel, è una degli stakeholder, "Piloti metropolitani", selezionati da Torino Magazine perchè capaci di avere il coraggio, le idee e la forza di portare Torino nel suo futuro migliore. Ecco l'intervista.
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