Passa a
Dopo 30 anni a Torino la Fondazione Paideia, sostenuta dal gruppo bancario della famiglia Giubergia, debutta a Milano e guarda al futuro con il "Dopo di noi". Le attività in campo. Ne parla Paola Giubergia, Consigliera della Fondazione Paideia, sostenuta dal Gruppo Ersel, al bimestrale di Advisor Private.
"Ogni tanto qualcuno mi chiede come abbiamo iniziato" esordisce Paola Giubergia, Consigliera della Fondazione Paideia, sostenuta dal Gruppo Ersel, di cui è Responsabile delle relazioni esterne.
"Le dirò che è stato abbastanza naturale. Mio nonno era un grande benefattore, oggi diremmo un filantropo, e a noi è sembrato abbastanza naturale continuare la sua tradizione. Inizialmente seguendo l'opera da lui avviata, successivamente ragionando su come dare struttura all'ente. I primi anni siamo stati principalmente una fondazione erogativa: facevamo degli interventi a sostegno degli ospedali pediatrici" racconta Giubergia. "È intorno agli anni Duemila che la fondazione si struttura a Torino e inizia a dedicarsi a un bisogno prioritario che necessitava di sostegno".
"L'incontro con la disabilità mette in crisi le persone, le destabilizza, i genitori si sentono soli, non sanno cosa fare. Noi li accogliamo, li sosteniamo, li accompagniamo, li aiutiamo a scoprire una nuova normalità. Oggi seguiamo 950 famiglie con bambini con disabilità, proponendo attività e favorendo la creazione di un network tra i familiari. In questo modo si ha la possibilità di confrontarsi, condividere esperienze, rinforzarsi reciprocamente e fare rete", racconta Giubergia.
Dopo l'esperienza trentennale torinese, oggi la Fondazione Paideia ha iniziato ad operare anche a Milano, al momento con numeri minori, ma con l'intento di crescere, anche nelle iniziative, replicando il modello piemontese e integrando le due realtà. "Abbiamo iniziato a coinvolgere la comunità milanese nell'Estate Paideia" conferma Giubergia. "Le famiglie vengono invitate a trascorrere una settimana di vacanza insieme tra giugno e agosto, con il supporto di nostri volontari che affiancano i bambini nel gioco e nelle esigenze quotidiane, in una relazione paritaria, basata sull'armonia e su un forte desiderio di condivisione. Le giornate sono scandite da attività sociali, a cui ognuno può partecipare nella misura che ritiene più idonea" spiega la consigliera, ricordando come il loro intervento sia ispirato all'approccio FCC (Family Centered Care). [...]
"Facciamo diverse attività di fundraising come gare di golf, iniziative sociali, mostre, e abbiamo creato una bottega solidale, che gestisco con mia figlia e un gruppo di volontarie, il cui ricavato è destinato interamente alla Fondazione. Nelle nostre iniziative coinvolgiamo anche i banker che spesso partecipano alle nostre attività per conoscere il nostro approccio, e poter essere degli ambasciatori con i loro clienti trasmettendo l'importanza del lavoro e dei valori della Fondazione" precisa Giubergia, che evidenzia come negli ultimi anni siano stati costituiti anche otto fondi filantropici, per un valore complessivo di oltre 25 milioni. [...]
Oggi c'è una maggiore sensibilità nei confronti del no profit. Anche se la filantropia ha molte sfumature può riguardare vari ambiti, dall'arte in tutte le sue sfaccettature alla cura delle persone con disabilità o patologie rare. Spesso alcune iniziative di sostegno possono nascere da un trauma, da un'esigenza o una necessità che colpisce direttamente o indirettamente il benefattore. E seppure l'Italia non sia ancora tra i Paesi più generosi, il settore sta evolvendo, come commenta Giubergia: "Non bisogna essere delle fondazioni statiche, ma bisogna in qualche modo adattarsi all'evoluzione, ai cambiamenti, ai bisogni". E per quanto ci riguarda tra i bisogni emergenti sicuramente merita grande attenzione il tema del "Dopo di Noi".
"I genitori sono molto preoccupati di quando non ci saranno più, per i loro figli, e noi stiamo lavorando per attrezzarci anche su questo fronte, seppure si tratti di un tema estremamente delicato. Al momento per rispondere a questa necessità stiamo realizzando il progetto Fattoria Sociale Paideia, di cui una sede è già operativa dal 2019 e la seconda vedrà la luce proprio quest'anno" continua la consigliera della Fondazione Paideia. Si tratta di una realtà dove i ragazzi, all'interno di percorsi definiti e strutturati, inizieranno ad acquisire nuove autonomie e avvicinarsi al mondo del lavoro.
Perché alcuni Paesi sono ricchi e altri rimangono poveri? È una domanda che è sempre stata centrale nelle scienze sociali e in economia.
Nella sede di banca Ersel, in piazza Solferino, lo studio del fondatore Renzo Giubergia, per tutti semplicemente «l'ingegnere», è rimasto intatto dopo la sua scomparsa, nel 2010: «Non abbiamo toccato nulla» dicono i figli Guido, 72 anni, e Paola, di 7 più giovane. Paola e Guido Giubergia ne parlano a La Stampa.
"Il bello aiuta, cercare di vedere il lato bello delle cose aiuta". Paola Giubergia lo spiega salendo e scendendo per le scale del centro della Fondazione Paideia. Le ha frequentate fin da bambina. "Per me questa è casa", racconta a La Repubblica, mentre si siede a uno dei tavoli del bar al piano terra dello storico edificio di via Moncalvo 1, a due passi da via Villa della Regina, sopra la Gran Madre.
Questa schermata consente al tuo monitor di consumare meno energia quando il computer resta inattivo.
Clicca in qualsiasi parte dello schermo per riprendere la navigazione.