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Dal risparmio gestito alla gestione fiduciaria fino a robo advisor e filantropia.
«Oggi non è facile far capire a un cliente che se vuole ottenere un certo rendimento deve rinunciare alla liquidità. Oppure essere in grado di tollerare una certa volatilità. In caso contrario ci si deve accontentare.
Nello stesso tempo chi fa il nostro mestiere deve essere in grado di dare soluzioni innovative che rispondano alle esigenze del momento». Guido Giubergia, presidente e ad del Gruppo Ersel (14 miliardi di asset, zoo dipendenti) descrive così il complesso impegno di chi si occupa di grandi patrimo ni. Il gruppo, è una realtà storica nel panorama nazionale (ha 8o anni di vita) ma soprattutto un unicum nel suo genere. Nato a Torino nel 1936 come agente di cambio, oggi è un gruppo indipendente che negli anni è riuscito ad allargare il suo ambito di attività, che ora spazia dalla fabbrica prodotto all'attività fiduciaria.
Prima Sgr italiana a lanciare un fondo comune (Fondersel nasce nel 1984), è stata anche tra le prime società italiane che nel 2000 ha lanciato hedge fund. Alla gestione di grandi patrimoni affianca servizi di consulenza su tematiche fiscali e successorie e servizi di corporate advisory, dopo aver rilevato nel 2015 Simon Fiduciaria e Nomen Fiduciaria. Un altro passaggio importante avviene nel 2004 quando rileva Online Sim, la più grande piattaforma per la vendita online di fondi comuni di investimento e Sicav, oggi utilizzata da primarie banche e intermediari italiani. In questi anni Online SIM è diventato un operatore finanziario che sfrutta all'innovazione digitale. Tanto è vero che qualche mese fa è partito il progetto di robo- advisor. «Dopo dieci anni Online SIM è diventata un'azienda con la quale facciamo ricavi e puntiamo molto a rafforzare il suo ruolo come incubatore di nuovi trend di mercato - aggiunge Giubergia - seguiti soprattutto dai clienti più giovani».
Alla sede di Torino la società negli anni ha affiancato sedi a Milano, Bologna, Lussemburgo, fino ad arrivare a Londra dove viene inaugurata nel 2011 una nuova branch operativa, in cui si concentrano le attività di ricerca e analisi dei migliori gestori esterni, principalmente per consolidare il network professionale con le più prestigiose case di investimento.
«Nella city ci siamo accorti che c'era un potenziale nel seguire i nostri clienti che vi si trasferiscono e necessitano di una consulenza a 360 grandi - aggiunge Giubergia - così nel 2016 abbiamo allargato la nostra attività di private banking, ottenendo l'autorizzazione per la gestione e la consulenza sui patrimoni dei clienti presso la sede di Londra. Operiamo come family office perché essere a Londra è importante anche per la clientela in cerca di nuovi busineis». Nel piano strategico appena varato dalla società una parte importante è legata all'innovazione di prodotto.
«Oggi guardiamo a nuovi prodotti che puntano al real estate e anche al private equity - conclude Giubergia - oltre naturalmente ad alcune nostre produzioni distintive come fondi Ucits che replicano strategie hedge oppure fondi azionari con coperture futures». Ultimo fiore all'occhiello di Ersel è la Fondazione Paideia, un'iniziativa filantropica nata nel 1993 a sostegno di famiglie in difficoltà.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
Passione per l'imprenditorialità e collegamento immediato tra investimenti ed economia reale sono le motivazioni principali che indirizzano le grandi famiglie italiane e i family office verso strumenti come i club deal. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, ne parla a Il Sole 24ORE.
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