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Mattia Rossetti
Intervista a
Responsabile Financial Advisory
Fonte

Quotidiano Nazionale

del 04-apr-2025

Dopo l’annuncio dei nuovi dazi Usa e la risposta immediata della Cina, i mercati europei crollano. L’indice Ftse Mib guida i ribassi. Gli analisti vedono in arrivo nuove fasi di volatilità, ma anche spazi di ripresa e miglioramento. Mattia Rossetti, Responsabile Financial Advisory Ersel: “Per salvarsi serve diversificare”.

Il venerdì nero delle Borse europee ha visto Milano protagonista del crollo più significativo: l’indice Ftse Mib di Piazza Affari è arrivato a cedere fino all'8%, chiudendo in calo dell'6,5 per cento. Si tratta di un tonfo di proporzioni eccezionali, paragonabile ai giorni più bui della finanza globale. Basti pensare che una flessione simile non si registrava dall’11 settembre 2001 - quando il listino milanese perse il 7,57% e ricorda da vicino gli shock del fallimento Lehman Brothers nel 2008, del referendum Brexit nel 2016 e, fortunatamente non ancora, del crollo verificatosi il 12 marzo 2020, quando il Ftse Mib aveva lasciato sul campo il 16,92 per cento. In poche ore sono stati polverizzati miliardi di euro di capitalizzazione dei listini continentali, in scia a un’ondata di vendite che ha travolto tutti i mercati globali.
 

Il peso dei settori ciclici


La composizione del listino milanese ha amplificato l’impatto delle vendite. “Il forte calo registrato sul Ftse Mib dipende in parte dalla sua composizione settoriale, con i titoli bancari e finanziari che pesano tanto. In Europa si stanno registrando cali soprattutto nei settori bancario, energetico e delle materie prime. Ovviamente si tratta di settori legati al ciclo economico e alla crescita”, osserva Mattia Rossetti, Responsabile Financial Advisory di Ersel Banca Privata. L’aumento dei dazi e il rischio di guerra commerciale minano infatti le prospettive di crescita e alimentano l’incertezza, penalizzando per primi i comparti più sensibili al ciclo economico. 
 

Vendite sistematiche


A intensificare le vendite hanno contribuito anche fattori tecnici. “Molto probabilmente anche che i trader stanno vendendo basket”, aggiunge Rossetti, riferendosi ai cosiddetti "pacchetti’ di titoli azionari tipicamente acquistati o venduti in blocco dagli investitori. “Si tratta degli indici che sono saliti di più negli ultimi mesi. L’Europa, in particolare, da inizio anno ha registrato forti performance, è la regione che era salita di più in Borsa e il nostro indice è quello che ha fatto meglio e per questo ora segna i cali più marcati. Lo capiamo ad esempio dal titolo di Leonardo, uno dei titoli legati al settore della difesa, che era salito tanto e oggi registra la stessa performance delle banche”, prosegue Rossetti. [...]
 

La nuova ondata di dazi


Alla base delle tensioni ci sono le misure annunciate da Washington. L’amministrazione Trump ha introdotto un dazio universale del 10% su tutte le importazioni, con aliquote aggiuntive fino al 34% contro la Cina e il 20% contro l’Europa. Un colpo duro che ha riaperto lo spettro di una guerra commerciale. La Cina ha reagito alzando le proprie tariffe al 54% e minacciando nuove contromisure, mentre l’Unione europea si riserva una risposta. L’impatto rischia di riflettersi sia sulla crescita che sull’inflazione globale. “Questa guerra commerciale, per definizione, per quanto sia difficile quantificarne gli effetti, avrà un impatto negativo sull’inflazione e sulla crescita”, segnala Rossetti.
 

Timori di recessione


I mercati stanno iniziando a prezzare un forte rallentamento economico. “Il mercato sconta addirittura quasi cinque tagli dei tassi nel 2025 negli Stati Uniti, contro i tre attesi solo quattro giorni fa. Quindi tutto questo sta portando i tassi a scendere nel breve termine”, evidenzia Rossetti. Il timore di una recessione spinge gli investitori a rifugiarsi nelle obbligazioni governative, che tornano a offrire protezione nei portafogli. Il movimento dei tassi, che riflette aspettative di politica monetaria più accomodante, conferma quanto l’attenzione si sia spostata dai rischi inflazionistici a quelli recessivi. "Il mercato è preoccupato in vista di possibili recessioni. Tuttavia, nel mercato azionario considerare il breve termine ha poco senso, soprattutto perché siamo in una fase di negoziazione continua. Oggi è venerdì, ci aspettano due giorni dove potenzialmente può succedere di tutto", prosegue Rossetti. In questo clima di instabilità, l’evoluzione delle contromisure annunciate - come i dazi al 34% decisi dalla Cina - e la risposta attesa da parte dell’Unione europea mantengono elevata la tensione sui mercati. [...]
 

Il ruolo della diversificazione


In uno scenario dominato dall’incertezza, la diversificazione resta l’ancora di salvezza per i portafogli. "Un altro aspetto positivo è che in questa fase la diversificazione di portafoglio su diverse asset class ha funzionato, perché le obbligazioni – in particolare governative - sono tornate a svolgere il ruolo di protezione dei portafogli", evidenzia ancora Rossetti. La combinazione di instabilità geopolitica, timori macroeconomici e reazioni emotive del mercato impone scelte prudenti ma flessibili, orientate alla selezione dei titoli e alla diversificazione tra settori e aree geografiche.

Intervista a
Mattia Rossetti

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Responsabile Financial Advisory
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del 04-apr-2025
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