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La regola generale è la diversificazione del portafoglio e il controllo del rischio. Le richieste particolari dei grandi patrimoni, secondo Fabrizio Greco, direttore generale del Gruppo Ersel sono quelle di portare il patrimonio all'estero, soprattutto in Svizzera.
Preoccupazione sulla sopravvivenza dell'euro ("al cui collasso noi non crediamo", afferma Greco) e la volontà di non tenere gli asset liquidi in Italia sono le due ragioni che inducono ad approdare su altri lidi.
Per chi resta in Italia meglio evitare di cadere nel tranello del conto remunerato perchè "il tasso civetta delle banche nasce", sostiene Greco, "dall'esigenza di aumentare la raccolta diretta". Infatti un conto vincolato vuol dire "prestare i soldi a un sistema bancario in difficoltà". I clienti in questo momento chiedono "diversificazione degli aset, minima esposizione valutaria (perchè la valuta aggiunge volatilità ai portafogli) e titoli obbligazionari, societari più che governativi".
Dopo l’annuncio dei nuovi dazi Usa e la risposta immediata della Cina, i mercati europei crollano. L’indice Ftse Mib guida i ribassi. Gli analisti vedono in arrivo nuove fasi di volatilità, ma anche spazi di ripresa e miglioramento. Mattia Rossetti, Responsabile Financial Advisory Ersel: “Per salvarsi serve diversificare”.
La banca «private» dove le famiglie Giubergia e Albertini hanno unito le forze ha raggiunto i 22,5 miliardi di masse, utili su del 25%. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel: vogliamo restare una boutique che non si cura solo del patrimonio delle famiglie, ma lavora a 360 gradi.
Più efficienza nella programmazione successoria per preservare ed incrementare il valore del patrimonio nella trasmissione generazionale sia di individui che di imprese, in particolare familiari. Ne parla Davide Davico, Managing Partner di Simon WealthLex, a Milano Finanza.
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