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L'andamento del conflitto in Ucraina ha spaventato le piazze finanziarie europee che hanno chiuso parecchie sedute in rosso. Lo shock preoccupa chi guarda al futuro e - come allo scoppio della pandemia - si guarda intorno in cerca di conferme per i propri investimenti. Ne parla Andrea Nascè, Direttore Investimenti Ersel, a Corriere della Sera.
Le società di gestione del risparmio torinesi sono in campo per consigliare i propri clienti in questo momento delicatissimo. [...]
Non «andare cash».
Il ruolo dei private banker e dei consulenti è sempre più importante per l'educazione dei risparmiatori. In questo periodo è bene pazientare e non farsi prendere dal panico o da scelte di pancia. «Né dall'idea di "andare cash" punto e basta, farlo oggi significa andare incontro a erosione certa dell'investito in termini reali», argomenta Andrea Nascè, Direttore Investimenti di Ersel.
«Piuttosto un portafoglio di buone azioni di società selezionate con cura, e tenute per un lungo periodo, ha buona probabilità - lo abbiamo visto nella storia delle crisi - di recuperare e dare colore alla performance dei conti-. Vero, il costo è una volatilità maggiore, ma il beneficio è una reale opportunità di guadagno in grado di combattere le forze negative come l'inflazione».
Semmai è cambiato il modo di selezione delle azioni: «Questa guerra mette sotto i riflettori l'Europa, che appare più vulnerabile. Visti i livelli dei tassi, che, nonostante la risalita di questo inizio anno, rimangono ancora bassi, non ha senso farsi tentare da prospettive di rendimento comunque molto limitate, perché, nel caso in cui l'economia dovesse soffrire più del dovuto, la dimensione delle perdite potenziali non è invece trascurabile».
La scelta tra titoli denominati in valuta forte e in valuta locale rappresenta una decisione strategica importante se si vuole investire con successo in questi mercati. Parla Federica De Giorgis, Senior Financial Advisor Fixed Income di Ersel, a Funds People per il numero di settembre.
Storicamente, il mese di agosto è particolarmente vulnerabile a brutte perturbazioni sui mercati finanziari. È stato così, per fare qualche esempio, nel 1998 con il default della Russia e nel 2007 con l’inizio della crisi dei subprime negli Usa.
Il 2024 si annuncia come l’anno di inversione sui tassi. Alcune banche italiane saranno più penalizzate di altre, specie quelle che non hanno fabbriche prodotto. Carlo De Vanna, Senior Fund Manager di Ersel Asset Management, ne parla a We Wealth.
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