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Per chi è in cerca di buone scommesse nell'economia reale non c'è però solo il crowdfunding. «I clienti private di fascia alta (Hnwi) sono continuamente alla ricerca di opportunità di investimento, sia in strategie liquide sia su real asset - aggiunge Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel.
A dare un'impennata al crowdinvesting italiano (sottoscrizione di capitale di rischio su piattaforme digitali) potrebbe arrivare quella voglia di diversificare in asset alternativi che hanno i clienti private. Perché in un contesto di bassi tassi d'interesse diventa sempre più strategico avere soluzioni innovative. Quello italiano è un mercato in espansione (è passato dai 5 milioni del 2016 agli oltre 60 milioni nel 2019, dati dell'Osservatorio Crowdinvesting del Polirti) posizionandosi alivelli di Francia e Germania ma certo ancora lontano da quelli del Regno Unito (oltre 400 milioni di euro). È anche molto concentrato: su 20 piattaforme i primi 5 operatori raccolgono circa il 70% deltotale. E se a livello europeo, alcune piattaforme si sono focalizzate sulla clientela Hnwi per finanziare progetti imprenditoriali, anche sotto forma di club deal, in Italia, si assiste ad un'intensificazione delle partership tra operatori private e le maggiori piattaforme.
Per chi è in cerca di buone scommesse nell'economia reale non c'è però solo il crowdfunding. «I clienti private di fascia alta (Hnwi) sono continuamente alla ricerca di opportunità di investimento, sia in strategie liquide sia su real asset - aggiunge Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel.
Molti di questi clienti sono professionisti o imprenditori, tipicamente abituati a valutare anche iniziative che non hanno un prezzo (e quindi una valorizzazione) giomaliera e hanno piacere di poter fare investimenti diretti, non mediati da fondi di venture capital. In questo senso, lo sviluppo delle tecnologie ricopre un doppio ruolo: oltre a essere spesso alla base del modello di business di queste iniziative, costituisce per queste ultime un facilitatore delle modalità di raccolta dei capitali finalizzati a supportarle».
Il Gruppo Ersel è da sempre vicino - in ottica di "boutique" - agli imprenditori e al mondo dell'innovazione e delle startup. «Negli ultimi 24 mesi abbiamo incrociato moltissime iniziative e, per una decina di queste (appartenenti ai settori medicale, biotecnologie, mobilità "moderna", aerospace, energie rinnovabili, fintech) - conclude Taddei - abbiamo abilitato, in veste di club deal, l'avvicinamento con un centinaio di gruppi famigliari, anche grazie al mix di competenze legali e fiscali specifiche in ambito startup e club deal dei professionisti di Simon Fiduciaria, la fiduciaria di Gruppo»
Dopo l’annuncio dei nuovi dazi Usa e la risposta immediata della Cina, i mercati europei crollano. L’indice Ftse Mib guida i ribassi. Gli analisti vedono in arrivo nuove fasi di volatilità, ma anche spazi di ripresa e miglioramento. Mattia Rossetti, Responsabile Financial Advisory Ersel: “Per salvarsi serve diversificare”.
La banca «private» dove le famiglie Giubergia e Albertini hanno unito le forze ha raggiunto i 22,5 miliardi di masse, utili su del 25%. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel: vogliamo restare una boutique che non si cura solo del patrimonio delle famiglie, ma lavora a 360 gradi.
Più efficienza nella programmazione successoria per preservare ed incrementare il valore del patrimonio nella trasmissione generazionale sia di individui che di imprese, in particolare familiari. Ne parla Davide Davico, Managing Partner di Simon WealthLex, a Milano Finanza.
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