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Un forte processo di concentrazione attende, nei prossimi anni, l'industria italiana del private banking.
Ne è convinto Fabrizio Greco, direttore generale del gruppo Ersel. "Il mercato italiano - dice - è ancora molto frammentato.
Alle realtà nazionali, infatti si sono affiancate quelle straniere. La crisi, la Mifid, la forte competitività tra i diversi fattori già spingevano verso questa direzione ma l'ultimo scudo fiscale ha ritardato il processo". Da qui il rilancio di progetti di crescita, di aumento della redditività, di incrementi pari all'8-9% degli stock per quasi tutti gli operatori. Fenomeni provvisori, però. "La concentrazione è inevitabile, - aggiunge Greco - l'Italia è un Paese che non produce nuova ricchezza e in più il private banking è un mercato maturo. La redditività del settore è diminuita in molti paesi europei ed è quello che accadrà anche in Italia". Per il futuro, il direttore generale del gruppo Ersel immagina un mercato dove i modelli di servizio si polarizzeranno verso player di grandi dimensioni. "In questo contesto, - spiega - gli operatori saranno capaci di imporsi grazie a nuovi e diversi modelli di servizio". A mutare, però, non sarà solo il panorama dell'offerta ma anche la domanda. (...)
Siamo abbastanza grandi da poter competere, ma le dimensioni da boutique garantiscono vicinanza e personalizzazione. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, traccia un bilancio dei primi tre anni di Ersel Banca Privata Spa, tra risultati raggiunti e nuove sfide.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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