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Carlo De Vanna
Intervista a
Team Investimenti Equity Italia
Fonte

Affari&Finanza

PAGG. 8-9 - del 14-apr-2025
Cambia il vento sulle banche. Ma le Ops restano in equilibrio

L'offerta di Mps su Mediobanca e quella di Unicredit su Banco Bpm sono a sconto per 350 e 700 milioni Cruciali le prossime assemblee. Carlo De Vanna, Co-responsabile della gestione sul mercato azionario italiano di Ersel, ne parla ad Affari&Finanza.

La tempesta dei dazi voluti e poi in parte sospesi da Donald Trump si abbatte sul settore bancario italiano, già messo alla prova dai venti di consolidamento. Nelle cinque terribili giornate di Piazza Affari che hanno preceduto l'annuncio della sospensione delle tariffe da parte del presidente statunitense, i titoli del credito sono stati tra i più presi di mira, salvo poi recuperare almeno in parte giovedì.

La ragione è semplice: negli ultimi due anni, le quotazioni delle banche si sono impennate, sospinte prima dall'aumento del costo del denaro che ha gonfiato i margini di interesse e poi dallo stesso risiko, entrato nel vivo in autunno. Ora che i dazi di Trump, in uno scacchiere geopolitico internazionale già complesso, aggiungono una variabile in più che rischia di portare recessione prima ancora che inflazione, gli analisti e gli addetti ai lavori guardano alle banche con occhi diversi.

«È vero - osserva Carlo De Vanna, Co-responsabile della gestione sul mercato azionario italiano di Ersel - che il settore finanziarionon è direttamente influenzato dai dazi, ma in realtà l'impatto è indiretto perché le banche finanziano le aziende esportatrici e quindi una parte del loro business è legata al commercio internazionale. Inoltre un'economia in recessione fa aumentare il costo del rischio che è su livelli storici molto bassi e che ha contribuito ai risultati record degli ultimi due anni. Aggiungo che il rallentamento economico potrebbe spingere le banche centrali ad abbassare più velocemente i tassi, penalizzando ulteriormente il margine di guadagno delle banche». [...]

«Tutte le maggiori operazioni annunciate - commenta De Vanna - prevedono solo scambio di azioni e, visto che le banche sono scese in misura simile, non ci aspettiamo che cambi nulla. Al limite diventerà più difficile migliorare l'offerta con una componente cash, magari verso la fine del periodo di adesione, come è stato più volte ventilato per Unicredit su Banco Bpm». Quest'ultima di recente ha conquistato Anima, anche con l'obiettivo di posizionarsi sul risparmio gestito, e quindi sulle commissioni, in un momento in cui dal fronte dei tassi potrebbero giungere meno soddisfazioni.

Pur di mettere le mani su Anima, l'AD Giuseppe Castagna ha rinunciato alla condizione legata all'ottenimento dello sconto danese sul capitale (Danish Compromise), poi non accordato dalla Bce. Proprio tale circostanza potrebbe fornire all'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, un assist per chiamarsi fuori dall'operazione (per la gioia di Castagna, che sta cercando in tutti i modi difendersi). Orcel ha preso tempo fino al primo luglio per dire se effettivamente comprerà o no Banco Bpm. Se lo facesse, acquisterebbe anche Anima, ritrovandosi in casa una fabbrica prodotto che genera preziose commissioni come non accadeva dai tempi di Pioneer. [...]

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Carlo De Vanna

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