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Nonostante il parere contrario di una serie di commentatori, i modelli a più fattori elaborati dalla FED non segnalano un elevato rischio recessione, visione coerente con l’assenza di squilibri particolarmente marcati nei conti del settore privato.
Stati Uniti
La stagione reportistica americana per il quarto trimestre del 2015 ha mostrato crescenti segnali di debolezza negli EPS (utili per azione) e anche dal lato dei fatturati. Il fattore negativo principale continua ad essere legato ai settori commodities e industriali (quindi già scontato dal mercato) ma anche il rimbalzo atteso dal consenso per il 2016 sembra già un miraggio visto il comportamento delle materie prime in questo inizio d’anno. Nonostante il parere contrario di una serie di commentatori, i modelli a più fattori elaborati dalla FED non segnalano un elevato rischio recessione, visione coerente con l’assenza di squilibri particolarmente marcati nei conti del settore privato. La stagione reportistica americana per il quarto trimestre del 2015 ha mostrato crescenti segnali di
debolezza negli EPS (utili per azione) e anche dal lato dei fatturati. Il fattore negativo principale continua ad essere legato ai settori commodities e industriali (quindi già scontato dal mercato) ma anche il rimbalzo atteso dal consenso per il 2016 sembra già un miraggio visto il comportamento delle materie prime in questo inizio d’anno.
Area Euro
La BCE è riuscita a stupire nuovamente in positivo i mercati: ha tagliato i tassi sui depositi e il tasso di rifinanziamento (refi rate), ha aumento di 20 miliardi al mese gli acquisti del QE, allargandolo ai titoli corporate (evento questo non atteso dai mercati) e ha messo a punto un nuovo TLTRO 2 che parte con tasso 0% (al refi) e scende fino al costo di -0,40% se si aumentano i prestiti nel corso del tempo. Con questo nuovo strumento di fatto le banche sono pagate per prestare, e la BCE è riuscita a non penalizzare le banche con un deposit rate troppo negativo, ma anzi a incentivarle a prestare. Vi è stato quindi uno spostamento dell’attenzione dal mondo delle valute (con un taglio al tasso sui depositi parcheggiati dalle banche private presso la banca centrale di soli10bp, e senza continuare nella guerra valutaria) alla trasmissione delle politica monetaria, garantendo l’accesso all’economia reale al credito e alla liquidità (con un occhio a non impattare la profittabilità del sistema bancario). L’annuncio dell’estensione degli acquisti al mondo corporate ha fatto stringere fortemente gli spread sul credito (sia CDS che i singoli titoli), con l’indice Main ora sotto 70bp, livelli visti lo scorso novembre. L’aspetto negativo che ha reso il mercato del credito (già poco liquido strutturalmente per la normativa imposta alle banche nel corso del tempo) inavvicinabile. È arrivato di fatto sul mercato un nuovo compratore (la BCE) non sensibile ai prezzi, che non guarda a fondamentali, sentiment e flussi.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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