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Nessuna novità di rilievo per quanto riguarda la crescita, con gli indicatori anticipatori e le statistiche di economia reale concordi nel segnalare un’espansione del PIL in area 3%.
Stati Uniti
Il recente calo del prezzo del petrolio ha portato alcuni analisti a rivedere al ribasso di qualche decimo le aspettative sull’inflazione headline per i prossimi mesi, mentre per la core l’impatto dovrebbe essere ancor più marginale. Tali sviluppi sulle materie prime consolidano un quadro di assenza di inflazione per l’economia USA. In un contesto di forte turbolenza sui mercati finanziari il Presidente della FED di St. Louis Bullard ha recentemente dichiarato che la FED potrebbe prolungare almeno di un mese il termine del secondo trimestre qualora la situazione sui mercati finanziari lo richiedesse. È possibile che la fine del QE e l’inizio del rialzo dei tassi possano essere soggetti a traslazioni in avanti stante l’incertezza sui mercati, mentre appare meno probabile che nel corso del 2015 non si concretizzi un primo aumento del costo del denaro.
Area Euro
In questa fase i dati europei sulla crescita sono guardati con molta attenzione, per poter meglio quantificare la perdita di momentum nel nostro continente. Le ultime statistiche non hanno però aggiunto pessimismo, in quanto sia vendite al dettaglio e di auto che i ben più importanti indici PMI hanno mostrato segnali di stabilizzazione. Purtroppo per quanto riguarda i trend non vi sono novità di rilievo circa il contesto inflazionistico. L’headline è sui minimi, la core è nella parte bassa del range in cui da un anno si muove, con l’anticipatore di quest’ultima compatibile con i valori correnti ed improntato ad un trend decrescente. Anche la BCE ha tentato di fronteggiare le turbolenze dei mercati con dichiarazioni volte a rassicurare il suo commitment all’espansione del bilancio. Come da attese i risultati dello stress test non hanno evidenziato un rischio sistemico nel settore bancario dell’area euro individuando tuttavia in alcuni singoli nomi, anche di un certo rilievo, elementi di debolezza nella struttura patrimoniale.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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