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Andrea Rotti
Intervista a
Amministratore Delegato
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We Wealth

PAGG. 22-29 - del 18-dic-2024
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Siamo abbastanza grandi da poter competere, ma le dimensioni da boutique garantiscono vicinanza e personalizzazione. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, traccia un bilancio dei primi tre anni di Ersel Banca Privata Spa, tra risultati raggiunti e nuove sfide.

Il 1 ° gennaio 2022 nasceva "la nuova Ersel", a compimento del processo di integrazione avviato nel 2018 dalla SIM della famiglia Giubergia con Banca Albertini. [...] Tre anni dopo, tracciamo un bilancio con Andrea Rotti, Amministratore Delegato del gruppo Ersel, per capire a che punto è il progetto di diventare "il polo di riferimento dei wealth management in Italia".
 

Com'è cambiata Ersel in questi anni?


Siamo rimasti una boutique italiana, indipendente. Oggi abbiamo le dimensioni che consentono di posizionarci e competere in un mercato dinamico e in crescita. Nel frattempo abbiamo sviluppato una piattaforma di wealth management che oggi è ampia e completa. Partiamo dai numeri. A livello di  gruppo gestiamo 22 miliardi di asset. Abbiamo un team di oltre 300 persone e 71 banker. Oltre a Milano e Torino - dove Ersel è nata nel 1936 come Studio Giubergia - siamo presenti a Roma, Bologna, Reggio Emilia e Trieste, più il Lussemburgo. Siamo, come tutti, aperti alla possibilità di valutare l'ingresso di altri banker: giovani, interlocutori adatti a prendere un giorno le redini della relazione con i figli degli attuali clienti, e soprattutto portafoglisti senior, purché siano in grado di valorizzare quello che Ersel è in grado di offrire oggi.
 

Cioè?


Partiamo dai servizi d'investimento. Uno dei nostri fiori all'occhiello sono le gestioni multilinea, che consentono di realizzare nel concreto il concetto di personalizzazione, in piena efficienza fiscale. Sotto un unico mandato, possiamo avere una componente core, multi asset e alcune satellite, cui possiamo attribuire una funzione esplicita, in una logica di goal based investing. Pensiamo a un investimento diretto in obbligazioni, costruito per ottenere un flusso cedolare adatto a far fonte a determinate spese ricorrenti. Oppure a un investimento orientato alla crescita futura, con un peso azionario preponderante, calibrato su orizzonti dì lungo termine. A proposito di lungo termine, mi lasci citare un altro anniversario.
 

Quale?


Nel 2024 abbiamo festeggiato i 40 anni del nostro Fondersel, il primo fondo, un bilanciato, lanciato dalla SGR del Gruppo, la numero uno nel registro della Banca d'Italia. Uno dei cinque fondi "matusalemme", più longevi d'Italia. Pensi che abbiamo dei clienti che sono investitori da 40 anni, e si sono portati a casa un rendimento del 6,7% l'anno, battendo ampiamente l'inflazione. Spesso parliamo di patrimoni destinati a passare di mano, attraverso le generazioni...questa è una bella testimonianza di fiducia.
 

Che funzioni ha oggi la SGR in ambito wealth?


Continua ad avere una valenza strategica. Perché, accanto alle nostre competenze specifiche - per esempio su equity Italia, azioni internazionali, subordinati bancari, strategie alternative event driven - ci aiuta a sviluppare e consolidare le partnership con altri player. Per esempio, dopo l'esperienza positiva del 2021, siamo in raccolta con un nuovo fondo di private equity progettato con Fondaco. Nel 2025 potremmo lavorare a un altro veicolo, con un focus sul real estate. [...]
 

Quando sostiene che Ersel "ha le dimensioni per competere", cosa intende, concretamente?


Che abbiamo potuto investire per completare la nostra offerta. [...] Lo spazio di crescita e ancora evidente. Oggi abbiamo un servizio di Wealth planning per il passaggio generazionale, grazie a una società tra avvocati, Simon Wealth Lex, composta da sei professionisti, di cui Ersel è socio finanziario e fa parte del "Polo Simon", insieme alla fiduciaria omonima. Abbiamo costruito un servizio di Wealth analysis e Family office con un team dedicato di 10 persone che gestisce già asset per 3,4 miliardi di euro e li monitora attraverso una tecnologia proprietaria. E ci siamo strutturati anche perla consulenza in materia di corporate finance, grazie a una joint venture con un team di professionisti capitanati da Vincenzo De Falco, che si chiama Meti Spa. [...]

La nostra taglia è ideale perché siamo sufficientemente grandi per competere, ma al tempo stesso abbiamo dimensioni che rendono possibile, concreta, la vicinanza al cliente: quando questo si siede al tavolo con il suo banker insieme al nostro esperto di investimenti mobiliari o della fiduciaria, a un avvocato specializzato su tematiche successorie, a un family officer e magari a un investment banker della joint venture, percepisce concretamente il valore di una relazione esclusiva. La tecnologia è sempre più strategica anche in un business tradizionale come il private banking. In questi anni abbiamo lavorato su varie aree. La prima è la web collaboration, che consente un contatto diretto con il cliente, efficiente, moderno e reciprocamente vantaggioso per i banker e i clienti, senza sostituirsi in toto, evidentemente, alle modalità tradizionali, in presenza fisica e via telefono. A sua volta, il sistema CRM dedicato al private banking supporta i banker con una scrivania informativa per gestire cliente, pianificare la relazione, tenere traccia degli incontri, censire le informazioni sui clienti. [...] E poi continuiamo a sviluppare strumenti per efficientare la gestione degli investimenti, non solo con l'architettura multilinea ma anche con soluzioni che garantiscano la massima tempestività d'intervento sui portafogli sotto consulenza, al mutare delle condizioni di mercato, in una logica di risk management e scouting delle migliori opportunità tattiche.
 

Sul fronte dell'intelligenza artificiale cosa state facendo?


Stiamo finalizzando una nostra soluzione basata su AI generativa, con diverse funzioni. Tra l'altro, sarà possibile effettuare una ricerca su tutta la base documentale della banca, protetta e ben strutturata e rielaborarne i contenuti, per dare ai banker e ai loro team di supporto risposte veloci ed efficaci. Infine la Cybersecurity: più sei digitale, più fai affidamento su servizi cloud, più devi presidiare le minacce di natura informatica per garantire che non ci siano rischi per la sicurezza dei dati. Essere grandi abbastanza significa anche poter realizzare gli investimenti che servono sul piano tecnologico.

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