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Quel che è successo ieri sui mercati, e quel che sta succedendo da un anno in qua, «non lo capisce più nessuno». Lo dice un veterano della Borsa come Guido Giubergia (nella foto in alto), presidente di Ersel Sim, boutique finanziaria fondata a Torino nel 1936 dal trisavolo Giuseppe.
Ersel gestisce patrimoni per quasi 7 miliardi di euro.
Tanti soldi, si direbbe, ma sono granelli di polvere rispetto ai flussi pilotati dalle grandi banche d’affari americane e «ispirati» dalle tre sorelle del rating S&P, Moody’s e Fitch. Ecco perché anche lui veste i panni di chi subisce i mercati anziché di chi li determina. E ammette candidamente di essersi presentato in ufficio, ieri mattina, convinto di brindare allo scampato pericolo.
Invece, cos’ è successo?
«Bella domanda. Potrei dirle che i mercati avevano già scontato l’esito del voto. Ma mi rendo conto che queste sono scuse. La verità è ben diversa»
Quale? Abbiamo tutti perso la ragione?
«In un certo senso sì. L’abbiamo delegata ai misteriosi algoritmi che governano le compravendite computerizzate delle grandi banche Usa. Pensi che Jp Morgan da sola muove 350 miliardi di euro e più o meno lo stesso fanno Merril Lynch e Goldman Sachs. Loro generano un’onda che nessuno può contrastare; noi possiamo solo seguirla. Non so come funzionino quegli algoritmi ma posso garantire sugli effetti: appena si alza lo spread, scattano le vendite sulle banche, e le banche affossano le Borse, in particolare quelle italiana e spagnola dove le banche pesano molto».
Però non succede mai il contrario se dall’Eurozona arrivano notizia positive. Non ci sarà una regia?
«L’estate scorsa ci fu un chiaro attacco all’Europa, non c’è dubbio. Guardi i bilanci delle banche Usa: hanno guadagnato valanghe di dollari con il trading, mentre quelle europee, se va bene, sono in pari. Probabilmente scontiamo ancora gli effetti psicologici di quell’attacco. D’altra parte una crisi pesante come quella europea non finisce in un giorno. Come un incrociatore non cambia rotta in cento metri»
L’Europa è senza difese?
«Sì. Finché la Bce non potrà agire sul mercato come una grande banca centrale, loro avranno i carrarmati e noi le cerbottane».
Però la bomba greca è stata disinnescata, la Spagna sarà aiutata, a fine mese l’Europa si rafforzerà. Non conta?
«Piccoli passi avanti, ma nessuno è in grado di rovesciare lo scenario. Però se continueremo ad avanzare nella giusta direzione, in Europa e in Italia, un giorno, fra qualche mese, i mercati se ne accorgeranno». (...)
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Paolo Magri
Managing Director e President Advisory Board ISPI
Se il 2024 è stato un anno di profondi cambiamenti, alcuni attesi – come le elezioni europee e americane – e altri del tutto imprevisti, come il collasso del regime di Assad in Siria, il 2025 si annuncia come l’anno in cui i grandi attori mondiali saranno chiamati alla prova dei fatti. A trasformare insomma piani, promesse e ambizioni in azioni concrete.
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