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Intervista ad Andrea Nascè (Ersel Asset Management Sgr): poche le armi perchè i tassi sono già bassi e i governi obbligati al rigore.
"Gli investimenti si spostano sui mercati emergenti e penalizzano l'Europa perché dimostra di essere frenata da più vincoli".
Andrea Nascè porta il punto di vista di chi opera tutti i giorni sul campo, come direttore investimenti di Ersel Asset Management Sgr (prima società ad essere stata autorizzata in Italia, nel 1983, alla gestione di fondi comuni d'investimento).
Cosa accade sui mercati finanziari?
"Quello che è successo nelle ultime tre settimane è dovuto alla crisi di credibilità dell'Europa, determinata dalla mancanza di una leadership capace di decisioni convincenti, e alle cattive notizie sulla crescita, soprattutto negli Usa. E non è facile uscirne perché le munizioni a disposizione sono poche sia sul piano monetario, visto che i tassi d'interesse sono già estremamente bassi, che su quello fiscale perché i mercati chiedono rigore fiscale ai paesi europei che hanno problemi di debito".
(...) Da cosa nasce la crisi di oggi?
" Col senno di poi si può dire che dopo il crac del 2008, si è introdotta nei mercati finanziari molta liquidità, ma il meccanismo di distribuzione è stato inefficace perché non ha irrorato le estremità dell'economia, cioè i privati gravati dalla crisi dei mutui e le piccole imprese. (...)
Previsioni per il futuro?
"Sono ottimista. Si soffrirà ancora, forse ci potrà essere un ulteriore calo del 15%, ma gli investitori devono tenere i nervi saldi. Chi sta perdendo potrà recuperare, almeno in parte, stando fermo; chi invece ha soldi da investire, oggi può cogliere sul mercato opportunità con rendimenti molto vantaggiosi".
Perché alcuni Paesi sono ricchi e altri rimangono poveri? È una domanda che è sempre stata centrale nelle scienze sociali e in economia.
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