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Rialzo dei tassi, super-dollaro e corsa dei prezzi energetici rivitalizzano questi fondi. Alcuni registrano performance a tre cifre percentuali. E in Italia ora sono accessibili a partire da 100 mila euro. Ne parla Marco Covelli, Direttore Investimenti Ersel, a Milano Finanza.
Ritorno in grande stile degli hedge fund sulla scena della finanza internazionale. I fondi nati oltre 20 anni fa per proteggere i grandi patrimoni (a partire da 1 milione di dollari) dai rovesci di mercato, ora hanno un alleato formidabile: le banche centrali in piena corsa per rialzare i tassi. Con un conseguente super dollaro che deprime valute molto liquide come euro, yen e sterlina. Il mondo hedge, che detiene circa 4.000 miliardi di dollari di asset in portafoglio, con la sua libertà di investire in senso lungo o corto (andando allo scoperto) su azioni, materie prime, bond, anche a leva, sta registrando performance a doppia e tripla cifra per alcune strategie, per esempio quelle legate a tassi, obbligazioni e valute. [...]
Gli hedge, in generale, hanno saputo reggere gli scossoni di mercato incamerando perdite molto più contenute rispetto a indici e prodotti long only. Del resto è questa la ragione per cui sono nati. Avviati i primi passi in Italia a inizio millennio, l'industria nostrana degli hedge fund è stata da subito costretta a misurarsi con una traduzione discutibile, "fondi speculativi" appunto, che il regolatore aveva voluto dare ai nuovi veicoli, italianizzando il termine. Rispetto ai fondi comuni, i veicoli di finanza alternativa assegnano un maggior potere decisionale ai gestori, che possono dunque mettere a terra particolari tecniche, in particolare la leva rialzista o ribassista e lo short selling, per cercare performance mitigando i rischi. Le nuove regole in Italia. Il 2022 ha portato novità in Italia. [...]
Sulle strategie più efficaci si sofferma Marco Covelli, Direttore Investimenti Ersel, che spiega come «ottimi risultati sono arrivati dai fondi hedge di tipo Global Macro, soprattutto di natura sistematica come i Cta (investono sui futures, ndr) ma in molti casi anche discrezionale, che hanno saputo beneficiare dei numerosi trend che si sono imposti quest'anno sul mercato dalla risalita dei tassi di interesse, all'apprezzamento del dollaro, alla volatilità nelle commodities, alla discesa dei titoli tecnologici».
Movimenti di grande intensità che la maggior parte dei manager ha saputo «cogliere in maniera corretta restituendo performance positive anche in doppia cifra. Hanno poi dimostrato una buona tenuta le strategie di arbitraggio su eventi societari». Se infatti le operazioni di m&a sono risultate «in calo rispetto ai volumi record dello scorso anno, si sono comunque mantenute su livelli elevati fornendo ai gestori buone opportunità di investimento con una correlazione contenuta rispetto all'andamento generale dei mercati», aggiunge Covelli. [...]
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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