Passa a
In uno scenario di bassi tassi le soluzioni più ricorrenti messe in pista dagli operatori sono i nuovi Fia o gli Eltif. Federico Taddei, Direttore Private Banking del Gruppo Ersel, racconta della soluzione adottata collaborando con il gestore inglese Anavon.
Ne è nato un fondo long-short sui mercati azionari, gestito in base a una rigorosa analisi fondamentale e con portafoglio concentrato. (...)
Ricerca di rendimenti e tassi zero: si impone all'attenzione della clientela private, con patrimoni importanti, l'opportunità offerta degli investimenti alternativi. A evidenziare la crescita globale di questi strumenti è l'analisi di PricewaterhouseCoopers che stima un incremento degli alternativi entro il 2023 tale da rappresentare una quota del 14% sul totale dei fondi gestiti a livello globale (128,3 trilioni di dollari), nel 2007 il dato si ferma al 9% su 59,4 trilioni. «L'attuale contesto economico - spiega Mauro Panebianco, responsabile Asset e Wealth Management Emea dei servizi di consulenza PwC - determina un passaggio degli investimenti dalle asset class tradizionali alle alternative. A registrare la crescita più sostenuta, nel corso degli anni, è il private equity. Cambia anche l'approccio all'investimento stesso: dal modello tipico dell'acquisto di titoli obbligazionaria quello che prevede un impiego diretto nelle imprese». Alla fine del 2017 private equity e hedge funds rappresentano il 75% dell'industria degli asset alternativi, nei prossimi 5 anni contribuiranno al 56% della crescita (2,9 trilioni di dollari) in valore assoluto. «Gli investimenti alternativi - aggiunge Panebianco - presentano delle peculiarità importanti. Si tratta di investimenti illiquidi, privi di un mercato regolamentato di riferimento e spesso dipendenti da valutazioni soggettive dei tecnici in merito al profilo di rischio degli asset investiti. Inoltre, si tratta di investimenti di medio-lungo periodo. Queste caratteristiche li rendono atti denti esclusivamente per detentori di grandi patrimoni: dai family office agli istituzionali». In Italia, nel 2018, il private equity registra una raccolta paria 3.6 miliardi di euro, con investimenti a 9.8 miliardi (un anno prima era a 6.3 miliardi di euro, con investimenti a 4.9 miliardi). Il private debt tocca i 297 milioni di euro (322 milioni un anno prima) e il real estate 52 milioni (50 nel 2017).
(...)
Il Gruppo Ersel ha adottato strumenti in linea con la necessità di diversificazione dei propri clienti «Recentemente - dice Federico Taddei, Direttore Private Banking del Gruppo - abbiamo lanciato, in collaborazione con il gestore inglese Anavon, un fondo long-short sui mercati azionari, gestito in base a una rigorosa analisi fondamentale e con portafoglio concentrato. Queste opportunità più liquide sono state affiancate da un fondo chiuso - ELTIF, che consente di investire su obbligazioni di aziende a medio-piccola capitalizzazione». Tra le iniziative messe in campo anche la possibilità di partecipare a singoli club deal, per cogliere il potenziale di nuove iniziative imprenditoriali.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
Passione per l'imprenditorialità e collegamento immediato tra investimenti ed economia reale sono le motivazioni principali che indirizzano le grandi famiglie italiane e i family office verso strumenti come i club deal. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, ne parla a Il Sole 24ORE.
Questa schermata consente al tuo monitor di consumare meno energia quando il computer resta inattivo.
Clicca in qualsiasi parte dello schermo per riprendere la navigazione.