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Il General Counsel del Gruppo Ersel, con un’intervista ad advisoronline.it, spiega che "un’attenta pianificazione non può prescindere dall’approfondita analisi di tutti gli elementi che possono avere risvolti delicati sia in ambito successorio, sia in ambito fiscale”.
“Una pianificazione patrimoniale solida ed efficace, e come tale destinata a durare nel tempo, non può prescindere dall’attenta e approfondita analisi di tutti gli elementi che possono avere risvolti delicati sia in ambito successorio, sia in ambito fiscale”. Davide Davico, General Counsel del Gruppo Ersel, con un’intervista ad advisoronline.it, spiega che cosa si intende oggi per pianificazione patrimoniale analizzandone tutte le sfaccettature anche dal punto di vista normativo. Infine si sofferma sull’importanza della pianificazione del passaggio generazionale degli imprenditori.
Che cosa si intende per una pianificazione patrimoniale attenta e di lungo termine per le famiglie “internazionali”?
"Il Gruppo Ersel, da sempre dedito a riscontrare i bisogni di pianificazione patrimoniale e successoria di una clientela di alto standing, si affianca spesso, tramite i professionisti di Simon fiduciaria e Nomen Fiduciaria, a clienti con situazioni familiari e patrimoniali che implicano elementi di ‘transnazionalità’. Questo richiede, per un corretto approccio in tema di wealth planning, una costante attenzione rispetto alle conseguenze civilistiche e fiscali che nascono dall’incrocio, in uno stesso nucleo familiare, di nazionalità o residenze diverse. Inoltre, è molto frequente che clienti italiani acquistino o ereditino proprietà immobiliari all’estero. Una pianificazione patrimoniale solida ed efficace, e come tale destinata a durare nel tempo, non può prescindere dall’attenta e approfondita analisi di tutti gli elementi, compresi quelli citati, che possono avere risvolti delicati sia in ambito successorio, sia in ambito fiscale.
Ad esempio, il cliente anzitutto deve essere correttamente guidato nella scelta della legge regolatrice della propria successione. Lo stesso Regolamento Europeo 650/2012 ci aiuta in tal senso, permettendo a una persona di sottoporre, attraverso un’espressa dichiarazione testamentaria, la propria successione alla legge dello stato di cui ha la cittadinanza al momento della scelta o al momento della morte.. Di fondamentale importanza è suggerire impostazioni pianificatorie atte ad evitare che gli elementi di transnazionalità finiscano per determinare doppie imposizioni in termini di imposta sulle successioni e donazioni o l’applicazione di aliquote più sfavorevoli rispetto a quelle previste dall’ordinamento italiano. Sul fronte pianificazione patrimoniale delle famiglie ‘moderne’ si assiste ad uno slalom tra le regole di un sistema successorio ‘poco moderno’ come quello italiano.
Come districarsi tra queste regole e che cosa ci vorrebbe per incentivare la pianificazione patrimoniale?
"Il sistema successorio italiano risulta in effetti molto spesso incoerente rispetto alle esigenze moderne e, in generale, all’attuale assetto dei rapporti intra-familiari. Se, da una parte, l’evoluzione della società e dei costumi ha fatto venire in rilievo nuclei familiari ancora non adeguatamente riconosciuti dal nostro legislatore - mi riferisco, ad esempio, a quelli di cui facciano parte figli nati all’estero da madri surrogate - dall’altra si fa sempre più stringente la necessità di superare il concetto di famiglia tradizionalmente intesa - come prevista dal nostro ordinamento- e la tutela accordatagli in tema di diritti successori. Tra le necessità più sentite dei nostri clienti vi è, tra le altre, quella del mancato rispetto delle quote di legittima. È pacifico, tuttavia, che ciò non sia realizzabile neanche mediante il ricorso ad istituti di diritto straniero, come quello del trust, tipico di ordinamenti di common law e retti sul principio di massima libertà del de cuius di destinare le proprie sostanze. Le norme in materia dei legittimari sono, infatti, inderogabili e lo stesso trust, in applicazione di quanto dettato dall’art. 15 della Convenzione de l’Aja, non può portare alla disapplicazione di norme cogenti dell’ordinamento, con la conseguenza che tale strumento non potrà essere validamente impiegato per modificare o escludere i diritti dei legittimari. Su questi presupposti e, senza discostarsi dai principi fondamentali del nostro ordinamento, si deve fondare una stabile e corretta pianificazione patrimoniale. Non possiamo, dunque, che auspicare - al pari di molti esperti del settore - una riforma del diritto successorio che porti, finalmente, ad una revisione dei diritti inderogabili dei legittimari e ad un corretto adeguamento dei principi successori rispetto alle esigenze della famiglia moderna".
Come avviene la pianificazione 'sartoriale' dei patrimoni complessi attraverso il trust?
Una corretta ed efficiente pianificazione patrimoniale presuppone l’utilizzo di strumenti giuridici diversi. Tra questi, il trust è uno strumento particolarmente duttile ed in grado di adattarsi alle specifiche esigenze del cliente. Nel momento in cui, dall’analisi degli obiettivi, dei rapporti familiari e del patrimonio, si ritiene di dover far ricorso al trust quale strumento per realizzare il passaggio generazione del patrimonio o di parte di esso, il lavoro più importante consiste nella redazione dell’atto istitutivo.
L’atto istitutivo è, infatti, l’atto unilaterale con il quale il disponente detta il programma e le regole di amministrazione che sarà tenuto ad attuare il trustee nell’interesse dei beneficiari. L’atto istitutivo viene, quindi, formato su misura come un abito sartoriale e riflette un attento e lungo studio effettuato dal professionista rispetto agli obiettivi del disponente. Di regola, infatti, si tratta di trust destinati a durare nel tempo per generazioni ed è importante, quindi, che l’atto istitutivo rispecchi e sia in grado di realizzare, attraverso l’amministrazione del trustee, gli obiettivi posti dal disponente.
A tal fine di fondamentale importanza è la scelta del Guardiano che sarà colui che dovrà garantire che gli obiettivi posti dal disponente siano raggiunti e siano coerenti con quanto indicato nell’atto istitutivo. In tema di pianificazione sartoriale anche la scelta della stessa legge regolatrice del trust gioca un ruolo importante: spesso, infatti, non sono conosciute o vengono sottovalutate le possibili implicazioni che discendono dall’applicazione di una legge regolatrice, anche in termini di possibile realizzazione della finalità espressa dal disponente con l’istituzione del trust. Mi riferisco, tra le altre, alla regola giurisprudenziale di diritto inglese e di alcuni sistemi appartenenti al modello del trust internazionale che consentono ai beneficiari, maggiorenni e capaci, di un trust fisso di porre fine anticipatamente al trust, a prescindere dalle restrizioni imposte dal disponente nell’atto istitutivo.
Parliamo di pianificazione del passaggio generazionale degli imprenditori. Come attuarla nel contesto attuale tra crisi e ripartenza?
"L’esigenza di pianificare il passaggio generazionale dell’impresa risulta sempre più attuale, anche in ragione dell’incertezza legata all’attuale situazione di emergenza sanitaria. Secondo il XII Osservatorio Aub, il 33% delle imprese familiari italiane avrebbe una struttura patrimoniale e finanziaria inadeguata ad affrontare la pandemia. Deve essere tenuto in considerazione che, in caso di inerzia da parte dell’imprenditore, sarà la legge a regolamentare il passaggio di tutto il suo patrimonio, compresa l’impresa. Alla morte dell’imprenditore si aprirà, infatti, la comunione ereditaria su tutti i suoi beni.
L’assenza di una pianificazione del passaggio generazionale dell’impresa potrà, quindi, determinare numerose conseguenze negative, tra cui situazioni di stallo operativo in assenza di un soggetto che detenga una maggioranza qualificata e disgregazione dell’impresa tra gli eredi in seguito ad operazioni di divisione ereditaria. Il ruolo del professionista che accompagni l’imprenditore nel percorso di pianificazione è piuttosto complesso e non potrà prescindere dal valutare non solo la struttura dell’impresa, ma anche le dinamiche familiari. L’imprenditore dovrà, quindi, essere affiancato nella scelta dello strumento giuridico che meglio si adatti alle sue esigenze".
Siamo abbastanza grandi da poter competere, ma le dimensioni da boutique garantiscono vicinanza e personalizzazione. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, traccia un bilancio dei primi tre anni di Ersel Banca Privata Spa, tra risultati raggiunti e nuove sfide.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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