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Dopo Mario Draghi inizia una nuova era alla Bce; è stata posticipata l'applicazione della Brexit e c'è una forte situazione di tensione commerciale generata dall'amministrazione Trump: come questi effetti influenzano il settore? La risposta di Andrea Rotti, Amministratore Delegato di Ersel.
La transizione alla guida della Bce può essere ascritta tra i fattori positivi per gli equilibri dei mercati finanziari dato che la presidenza di Christine Lagarde sembra orientata a proseguire le politiche adottate sotto la guida di Mario Draghi, mantenendo così una buona prevedibilità sulle azioni della Banca Centrale e sostenendo la fiducia di imprese e operatori finanziari nelle proprie scelte di investimento.
La situazione nel Regno Unito è ancora incerta e l'espressione di un giudizio quindi meno netta: il voto parlamentare contro il «no deal» e l'accordo raggiunto dal Premier Johnson con l'Unione Europea sono di tenore positivo, in quanto dovrebbero scongiurare il rischio di una hard Brexit mentre le prossime elezioni politiche potrebbero riservare sorprese e complicare la conclusione della trattativa.
Da ultimo, la partita più rilevante per il «sentiment» dei mercati resta la cosiddetta guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, in merito alla quale le notizie recenti indicano la volontà di raggiungere un compromesso, almeno parziale, utile ad entrambi i leader nel rafforzare il proprio rispettivo gradimento popolare interno.
I mercati, finora, hanno ben reagito agli sviluppi sui tre fronti, dando maggior risalto alle evoluzioni positive, importanti per il sostegno alla crescita globale, che non alle incertezze residue. Ulteriori favorevoli avanzamenti, in particolare sul terreno della Brexit e della «trade war», consoliderebbero il trend mentre involuzioni negative determinerebbero un ritorno dell'avversione al rischio. I volumi di scambio non particolarmente elevati e la scarsa enfasi mediatica che ha accompagnato i massimi storici del mercato azionario americano, sono comunque una testimonianza del peso residuo dell'incertezza.
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Paolo Magri
Managing Director e President Advisory Board ISPI
Se il 2024 è stato un anno di profondi cambiamenti, alcuni attesi – come le elezioni europee e americane – e altri del tutto imprevisti, come il collasso del regime di Assad in Siria, il 2025 si annuncia come l’anno in cui i grandi attori mondiali saranno chiamati alla prova dei fatti. A trasformare insomma piani, promesse e ambizioni in azioni concrete.
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