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Accumulare oro per sentirsi al sicuro è una pratica che risale alla notte dei tempi, un rituale antico quanto la storia stessa.
Questo rituale pare ripetersi anche ai nostri giorni. Da qualche tempo si registra infatti una forte corsa all’oro con il metallo prezioso che ha raggiunto nuovi splendori. L’andamento sta gettando una nuova luce sulle dinamiche del momento e potrebbe preannunciare l’arrivo di cambiamenti strutturali nell’economia globale.
Ma che cosa sta succedendo? A fine maggio l’oncia del metallo prezioso ha superato il livello dei 2.400 dollari, un valore che, depurato dall’inflazione, ha quasi eguagliato il record di sempre toccato a fine anni ‘70. In quel caso i prezzi erano volati in area 2.500 dollari (normalizzati rispetto all’inflazione). All’epoca a preoccupare era la grande crisi petrolifera. Da allora sono passati decenni, il mondo è cambiato e sulla scena sono comparse nuove tensioni. Così, a più di cinquanta anni da quella stagione, le quotazioni del metallo prezioso si sono di nuovo arrampicate sui massimi. Gli acquisti non si fermano.
Qualcuno parla di bolla speculativa. Occorrerà pazientare del tempo per capire se i prezzi sono troppo alti e se si sgonfieranno come accaduto altre volte nel passato. Certo è che lo scenario attuale con l’inflazione in calo, i tassi di interesse alti e i rendimenti reali dei titoli di Stato tornati di nuovo in territorio positivo dovrebbero scoraggiare gli investimenti in oro. Questo, almeno, è quanto dice la teoria. Al momento la teoria rimane però del tutto inascoltata. Anzi.
La corsa dell’oro è così robusta che ha addirittura bruciato le più ottimistiche previsioni degli analisti: all’inizio di quest’anno gli esperti del colosso americano JP Morgan avevano detto che l’oro avrebbe raggiunto quota 2.300 dollari. Un traguardo, che a loro dire, sarebbe stato segnato più avanti nel tempo, nel 2025. Il boom di acquisti ha però anticipato questo termine che è stato conquistato in soli pochi mesi. Il movimento stupisce. Gli analisti avevano scritto che l’oro si sarebbe mosso in rialzo grazie ai tagli dei tassi in arrivo da parte della Fed, la Banca centrale Usa. La Federal Reserve ha però fatto marcia indietro e per il momento ha rinviato la riduzione corposa del costo del denaro. Nonostante questo cambio di rotta, il prezzo dell’oro ha sorprendentemente proseguito nella sua marcia verso l’alto. Gli aspetti che hanno influenzano l’attuale andamento sono tanti.
In questo contesto, l’oro ha offerto un rifugio a molti investitori. A muoversi non sono però soltanto compratori grandi e piccoli. Sulla scena ci sono anche le Banche centrali. Secondo alcuni esperti si tratterebbe del segnale di un cambiamento che minaccia le strutture globali del sistema monetario e dell’economia. In realtà il trend è in corso da tempo.
Tutto è iniziato con la crisi finanziaria globale del 2008 e il varo del Quantitative Easing. In quell’occasione le Banche centrali hanno iniziato a rivedere la rilevanza dell’oro nella gestione delle proprie riserve. Questo processo ha visto una forte accelerazione dopo il congelamento delle riserve valutarie russe in seguito all’invasione dell’Ucraina. Quest’ultimo passo ha fatto sì che molte Banche centrali iniziassero a detenere meno dollari nelle proprie casse. Molti di questi Paesi temono di finire nelle liste di sanzioni e stanno cercando alternative al dollaro e guardano a una de-dollarizzazione. L’alternativa più ovvia al dollaro è l’oro.
Molte Banche centrali, soprattutto quelle dei Paesi emergenti e dell’area asiatica, come emerge dai dati del World Gold Council, stanno riorganizzando le proprie riserve e sostituendo le valute occidentali con l’oro. I forti acquisti in questi mesi hanno dato vita a parte dell’impennata della domanda e l’andamento è stato seguito a ruota da altri istituti finanziari e da altri investitori.
Per gli esperti, questo mega processo non cambierà il ruolo del dollaro ma offrirà più spazio al metallo prezioso. In ogni caso, in questo contesto l’oro svela tutti i timori che caratterizzano la fase attuale e riconferma, ancora una volta, il proprio ruolo di assicurazione contro nuove tensioni geopolitiche e contro nuovi rischi finanziari. La speranza è che la polizza-oro non diventi mai davvero necessaria.
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