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Che i mercati finanziari offrano sempre opportunità di guadagno è una convinzione di molti, messa a dura prova da un anno, il 2018, che sarà ricordato come uno dei più difficili del dopoguerra.
Come scrive Bloomberg “Il peggior anno per fare soldi dal 1972”. Le rare occasioni redditizie sono rimaste limitate a pochissimi lidi, e quasi tutti molto distanti dalle tradizionali traiettorie di chi investe. Nell’anno che si è appena chiuso sono cadute tutte le asset class: dalle azioni, alle obbligazioni, alle valute, fino alle materie prime
e agli strumenti alternativi. In piedi, a livello globale, sono rimaste soltanto piazze azionarie «esotiche» come quella della Tunisia, della Giamaica, del Qatar o dell’India.
Paolo Magri
Managing Director e President Advisory Board ISPI
Se il 2024 è stato un anno di profondi cambiamenti, alcuni attesi – come le elezioni europee e americane – e altri del tutto imprevisti, come il collasso del regime di Assad in Siria, il 2025 si annuncia come l’anno in cui i grandi attori mondiali saranno chiamati alla prova dei fatti. A trasformare insomma piani, promesse e ambizioni in azioni concrete.
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