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Gli ultimi mesi dell’anno sono dominati dal nervosismo sui listini globali. Le preoccupazioni che tengono in allerta gli operatori non sono poche e la gran parte di queste sarà centrale anche nel nuovo anno.
Le incertezze sui rialzi dei tassi da parte della Fed e della Bce, i timori per gli effetti delle guerre commerciali, per la Brexit e per l’esito della partita sulla manovra di bilancio in Italia, hanno appesantito la fiducia degli investitori. A frenare è però anche la fiducia degli imprenditori in Europa e questo nuovo trend probabilmente sta già soffocando la crescita.
Proprio su questo fronte si inserisce una paura tutta nuova tra gli operatori, vale a dire quella che la corsa dell’economia americana sia arrivata al capolinea. Le aziende Usa hanno, infatti, macinato utili record in questi ultimi anni e ora sono al loro picco massimo. A questo punto, la discesa da questi livelli, che è già evidente in altre aree come l’Asia e l’Europa, potrebbe essere inevitabile anche in America. C’è però anche un altro record americano che inizia a spaventare i money manager ed è quello del debito: sono in forte rosso le aziende, le famiglie e pure le casse del Paese.
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I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili», di fronte alle incertezze globali, alle tensioni geopolitiche e, più di recente, alle elezioni americane. Questo mostra, ora più che mai, «uno scollamento» con la realtà. Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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