Passa a
Intervista a Guido Giubergia, numero uno del gruppo Ersel
"Il capitalismo libertino ha fallito e ora è al capolinea. L'unico modo per uscire dalla crisi è ritrovare la fiducia e per riuscirci è indispensabile fare delle nuove regole più trasparenti e più sicure per tutti i mercati finanziari, soprattutto per quelli obbligazionari". Insomma basta con il Far West. Secondo Guido Giubergia, amministratore delegato di Ersel, la società torinese che dal 1936 è specialista nella gestione di patrimoni, è questa la via maestra per far tornare gli investitori a puntare sulle Borse, sulle obbligazioni, sugli hedge fund e sui tanti prodotti del risparmio gestito.
D. Dottor Giubergia, secondo i dati di Assogestioni, nel 2008 i riscatti del risparmio gestito hanno raggiunto la cifra record di 140 miliardi di euro. Come mai c'è stata questa incredibile fuga dai fondi?
R. "Sicuramente c'è la disaffezione degli investitori verso i fondi sia obbligazionari che azionari, perchè spesso questi fondi hanno subito grosse perdite. Il fenomeno è comune in tutto il mondo, ma in Italia ci sono altri motivi che hanno aggravato i deflussi dei fondi". (...)
D. E cioè?
R. "Il mercato italiano del risparmio gestito è dominato dalle banche, che hanno un sostanziale conflitto di interesse. Agli istituti di credito più che distribuire fondi di terzi interessa soprattutto piazzare i loro prodotti finanziari. Ecco allora che con la crisi, le banche in massa hanno cercato di convincere la loro clientela a preferire per esempio le loro obbligazioni strutturate piuttosto che i fondi comuni. Di qui l'esodo di massa dal risparmio gestito".
D. Anche i fondi hegde se la passano piuttosto male. E' vero che il colpo di grazia è arrivato dal caso Madoff?
R. "Sicuramente la frode di Madoff ha contribuito ad alimentare la pubblicità negativa che già tanto aleggia sugli hedge fund. Ma questi prodotti finanziari purtroppo spesso vengono demonizzati senza motivo. E' vero che alcuni di questi fondi sono in crisi di liquidità, ma le insolvenze sono solo eccezioni". (...)
D. Parliamo ora dei titoli più amati dagli italiani, i Bot.
R. "I nostri titoli di Stati restano strumenti molto appetibili sia per i risparmiatori che per gli investitori istituzionali, anche se i rendimenti sono bassi. Soffriamo un po' la concorrenza con i titoli tedeschi che hanno un costo di emissione più basso, ma credo che presto la situazione cambierà in meglio per i nostri bond governativi".
D. Un ultima domanda sulla Borsa. Quali sono i settori a prova di Tsunami.
R. "I settori che riescono a resistere sui mercati finanziari sono la farmaceutica, l'alimentare, le telecomunicazioni e i titoli tecnologici. Ma è impossibile fare previsioni su quando le Borse ripartiranno. Se tutto va bene intravedremo alla metà del 2010 un miglioramento dell'economia".
Questa schermata consente al tuo monitor di consumare meno energia quando il computer resta inattivo.
Clicca in qualsiasi parte dello schermo per riprendere la navigazione.